Addio a Fiorucci: creò la moda che non c’era

mercoledì 22 luglio 2015


Si è spento Elio Fiorucci. Trovato morto nella sua abitazione di Milano in via Vittorio Veneto, lo stilista milanese, che lo scorso 10 giugno aveva compiuto 80 anni, è stato probabilmente colpito da un malore. A trovarlo senza vita lunedì scorso i primi soccorritori, giunti in seguito alla denuncia della famiglia che, secondo quanto riferito dai carabinieri, avrebbe dato l’allarme perché Elio non rispondeva al telefono da domenica.

“È stato il primo innovatore visionario che ha capito i bisogni inespressi dei giovani. Ha inventato una moda che non c’era”. Questo il ricordo del presidente onorario della Camera nazionale della moda Mario Boselli, amico e vicino di casa di quel rivoluzionario, figlio di un commerciante di pantofole, che trovò la sua ispirazione tra le strade di Londra e Parigi e aprì il suo primo negozio a Milano in Galleria Passerella nel 1967. Da quel giorno, in cui di fronte al primo concept store d’Italia, arrivò persino Adriano Celentano a bordo di una sfavillante Cadillac rosa, il suo negozio divenne un punto di incontro per giovani e non in cerca di innovazione. Dal 1970 Fiorucci diventa un marchio.

Di quelli con un logo indimenticabile, esattamente come i due angeli in stile vittoriano, reinterpretati dall’architetto Italo Lupi, che accompagneranno la carriera dello stilista fino al 1990, anno in cui è costretto, a causa di difficoltà economiche, a vendere il marchio ai giapponesi. La sua rivoluzione travolge anche New York. Elio è ambizioso e nel 1976, sulla 59esima strada, apre un altro negozio, che ricorda nel giorno della sua inaugurazione anche l’arrivo di Andy Warhol e Truman Capote, con cui lo stilista divenne molto amico. Fiorucci era un precursore di tendenze. Fu lui infatti a scoprire Madonna, ancora esordiente, che arruolò nel 1977 per l’inaugurazione dello Studio 54 a New York. Fu sempre lui a cogliere l’importanza dei graffiti come arte di strada ed a portare nel suo negozio di Milano Keith Haring, affinché dipingesse con la sua arte l’intero negozio. Tra i suoi capi cult i jeans strappati, riportati in voga trent’anni dopo da molte altre case di moda, le stampe con eroi di fumetti e cartoni animati, le ballerine, arrivate direttamente dalla Cina (36mila paia vendute). E ancora i costumi di gomma e quelle tanto contestate manette di peluche rosa, che divennero simbolo della sua più provocante campagna pubblicitaria, che nel 1995 vide protagonista il sedere di una donna coperto solo di un paio di manette.

Elio Fiorucci era instancabile. Ceduto il marchio ai giapponesi, infatti, scelse di scommetere su una nuova linea, “Love Therapy”, in cui nani e cuori sostituivano i suoi adorati angeli. E chissà quanti progetti ancora la sua scomparsa ha portato con sé.


di Maria Giulia Messina