Produzione non assistenzialismo pubblico

venerdì 17 aprile 2015


Tra un anno, un mese, un giorno, siamo già in ritardo sul voto. Bisogna correre a votare oggi, in questo stesso momento, per non lasciare l’Italia al disastro totale. Le cose stanno così. Tutta la sinistra italiana vive con i soldi di Mafia Capitale e delle Coop di sinistra. Tutta questa sinistra di Napolitano, di Mattarella (chi credete l’abbia designato se non Napolitano tramite Renzi?), di Bersani, di D’Alema, di Veltroni, di Alfano, di Padoan, di Poletti, di Orlando e di Franceschini, di Monti, di Letta, della Giannini, della Madia e della Boschi, di Lotti, di Morassut, di Causi, della Melandri, di Marino, della Camusso, della Boldrini e di Grasso, tutta la sinistra politica vive a ridosso delle nostre tasse, delle nostre tasche. Questa sinistra ha rubato il governo dal 2011, eliminando quello allora eletto dagli italiani di Berlusconi, e imposto i tre governi non eletti di Monti, Letta e Renzi. Volutamente non colpita da Mani Pulite e Tangentopoli, si è progressivamente “alimentata” in maniera criminale (si veda il suicidio di Rossi a Mps), delinquenziale (si veda Mafia Capitale), ed economicamente in un intreccio delinquenza/affari/economia/istituzioni/politica, per “spennare” l’Italia vivendole addosso. Questa sinistra non produce infatti niente. Mangia e basta. Non altro. I sistemi coop falliscono uno a uno, le banche di sinistra vengono tenute in piedi con i soldi degli italiani e in loro spregio, le imprese pagano la sinistra politica per esistere e non fallire rimanendo così sotto ricatto, ed espatriano (si veda la Fiat all’estero dopo che è stata mantenuta con i soldi degli italiani), corrono via a più non posso perché in Italia lavorare e produrre non è possibile. Le istituzioni vivono di trasferimenti pubblici dunque sono sempre nostri soldi e non funzionano, essendo uno scandalo a cielo aperto (si pensi alle province mai abolite, alle regioni cui si vogliono aumentare i poteri e che drenano soldi a iosa), i sinistrorsi politici vivono di soldi nostri. Infatti tassano a più non posso, aumentano i controlli per mettere gli italiani sotto schiaffo e farli tacere, ed è talmente evidente ciò che sta accadendo quanto risulta indicativo quanto succede con gli sbarchi a fronte dei quali non si fa alcunché verso l’esterno, verso l’Africa o l’Europa, mentre in compenso si requisiscono alberghi agli italiani lucrandoci sopra e creando le premesse certe dell’esplosione sociale, ancora prima che economica del Paese. Fisco e giudici contro gli italiani e guadagni e lucro sugli immigrati a vantaggio delle tasche dei sinistrorsi e della politica di sinistra. Ogni giorno che passa sarà sempre più tardi, se non si scardinerà velocemente questa lordura al potere imposto contro il nostro stesso sistema democratico. La pressione fiscale è aumentata a dismisura, si veda il gettito dell’Irpef, l’imposta cioè che spreme di più gli italiani, che dal 2006 al 2014 è aumentata del 10 per cento, e ciò mentre il pil, proprio a causa dell’eccessivo peso fiscale, è diminuito dell’8 per cento. Accanto allo Stato a tassare ci sono le regioni e gli enti locali dove la sinistra politica continua ad aumentare i tributi (molte regioni hanno messo in bilancio altri aumenti di addizionale Irpef). Non si sono fatti sgravi fiscali per aiutare l’economia, al loro posto gli scellerati di sinistra danno bonus e tesoretti intendendoli come trampolini di lancio di consenso elettorale; non è stato creato nessuno stimolo alla nostra economia che infatti decresce a vista d’occhio. Il debito pubblico aumenta, si finanziano le spese esosissime correnti con nuovi deficit di bilancio. Non si tagliano le spese improduttive. Le scuole cadono, in compenso si assume nel pubblico, nella scuola, a tempo indeterminato, si pensi alla moglie di Renzi stesso. Non si tagliano le spese così come non si riducono le tasse, mandando al macero l’economia italiana, si affossano riducendoli gli investimenti ritorcendo l’Italia all’ indietro. Rubati i governi, la sinistra politica ci ha inondato di una caterva di tasse, nessuna produzione nessun incentivo, ha raso al suolo ogni possibilità di ripresa, economica quanto occupazionale, di crescita. E’ la palude della nostra economia e del Paese con questa scellerata, incapace quanto imbecille sinistra al potere. Bisogna correre a cambiare “gioco”. Correre al voto. Trovare un modo, a qualunque costo, per cambiare direzione e verso al Paese, verso la crescita. Ci vuole la produzione non questo assistenzialismo pubblico sociale d’accatto che esploderà.


di Cesare Alfieri