Parole, parole, parole...

venerdì 3 aprile 2015


Le dichiarazioni di Matteo Renzi in tema di ripresa economica e crescita del mercato del lavoro riportano alla mente il titolo del celebre singolo di Mina del 1972. Insomma, ben venga l’ottimismo, ma talvolta è utile anche un certo qual senso di realtà! Pochi giorni fa la notizia del novello suicidio di un giovane imprenditore del nord Italia vessato dalla crisi e dai debiti. Dati recenti sul mercato del lavoro nel nostro paese mostrano che nel mese di febbraio la disoccupazione è tornata a crescere, lasciando a spasso migliaia di lavoratori e mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa di molte famiglie.

E bastava osservare una piazza del Popolo gremita lo scorso sabato 28 marzo, in occasione della manifestazione indetta da Fiom-Cgil – in cui i lavoratori metalmeccanici iscritti in quelle sigle sindacali erano scesi in piazza perché la legge delega sul lavoro riduce i loro diritti – per comprendere che qualcosa proprio non va. La categoria più colpita, ovvero più discriminata, è quella femminile, dove a perdere il lavoro a febbraio sono state in 42mila. E accade spesso di vedere persone che a tarda sera vanno timidamente a cercare di recuperar qualcosa nei cassonetti. Gli stipendi dei lavoratori sono inadeguati al costo della vita, ma forse per il Premier tutto si risolve con lo slogan degli 80 euro – elargiti peraltro ad una fascia specifica con criteri ampiamente discutibili – e con il mitico Jobs Act, che contiene in sé certamente degli spunti interessanti, ma che non sembra tenere ben in conto lo scenario italiano “tra emerso e sommerso”.

Non si potevano non condividere le parole di Stefano Rodotà, intervenuto alla manifestazione di sabato 28, che parlava di dignità… Le donne sono ancora dunque l’anello debole della catena, per quanto ci si sia battuti a più riprese per la parità di sessi. Le conquiste sul lavoro ci hanno sì portato a guidare un autobus o fare lavori prima appannaggio di soli uomini, ma con costi e disuguaglianze piuttosto marcate. Il trattamento salariale è assai sovente diverso, come recentemente emerso da uno studio comparativo internazionale, e ben poche sono le garanzie di cui poter beneficiare. La maternità è spesso vissuta come una sciagura più che come un lieto evento.

Ebbene sì, in Italia se rimani incinta hai buone chance di perdere il posto, con tutto quanto questo implica anche nell’ottica di una famiglia che si allarga e che si prepara ad affrontare costi crescenti. Dall’altra parte dell’oceano la battaglia femminile si concentra su un altro tema. Nei giorni scorsi è apparsa in rete l’immagine di Susan Sarandon con una banconota da 20 dollari. L’attrice ha infatti postato l’immagine sul proprio account Twitter facendosi promotrice della richiesta – accolta e seguita con favore da molte altre americane – di vedere presto un’immagine femminile sui 20 dollari, attualmente occupati da Andrew Jackson, settimo Presidente degli Stati Uniti. Tra le candidate al “verdone” diverse donne di spicco della società americana, come la first lady Eleanor Roosevelt, o Rosa Parks, incarnazione del movimento di emancipazione nera.

Chissà come andrà questa battaglia a stelle e strisce? E pensare che sulle nostre mille lire c’era l’immagine di Maria Montessori. Avevamo una donna nei nostri portafogli, ma la parità di genere sembra ancora lontana.


di Elena D’Alessandri