Il quantitative easing contro l’eurodeflazione

venerdì 16 gennaio 2015


L’acquisto da parte della Banca centrale europea di titoli di Stato è, al momento, uno tra gli strumenti possibili in grado di contrastare la deflazione nell'eurozona. L’operazione sarà decisa durante la riunione del consiglio Bce del 22 gennaio 2015, già fortemente avversata dalla Germania che, tramite il presidente della Bundesbank Weidmann, ha fatto sapere di preferire che ogni banca centrale nazionale assuma il rischio per sé dell'acquisto di titoli del proprio Paese. Contro la posizione tedesca è stata sostenuta l’eccessiva frammentazione finanziaria nell'area europea che potrebbe ampliarsi rispetto ad oggi, e che, come tutte le operazioni di politica monetaria, sia comunque meglio che i rischi siano condivisi dall'eurosistema nel suo insieme. In pratica si pensa che, dare l’avvio all’operazione Bce convenga ai più, mentre la Germania dice che sarebbe meglio fare ognuno per sé.

Il fine e la ragione d’essere della Banca centrale europea sono il mantenimento dell’inflazione sotto controllo, ovvero poco sotto il 2 per cento, e, al momento, Mario Draghi ritiene che, senza il Qe, i tassi d'interesse ricomincerebbero a salire. A dicembre 2014 l’inflazione è stata a - 0,2 per cento e anche l'inflazione di base, tolto l'effetto del prezzo del petrolio e degli alimentari, è da tempo sotto l’uno per cento. Si pensa che, senza un intervento da parte della banca centrale europea, l'inflazione si riavvicini all'obiettivo non prima del 2025. Nei mercati i tassi d'interesse oggi sono bassi, ciò anche per l'aspettativa creata dal Qe, e tornerebbero a salire. Nello specifico l’operazione Quantitative easing è uno strumento di politica monetaria adottabile da una banca centrale.

La traduzione letterale è “alleggerimento quantitativo”, o “allentamento monetario” o più brevemente Qe. Consiste nell’attuazione di un piano di allentamento monetario, in cui la banca centrale diventa l’ acquirente di beni, generalmente azioni o titoli di stato, con denaro creato ex novo per incentivare la crescita economica. Spesso infatti il Qe è anche chiamato "stimolo". Il nuovo denaro, utilizzato dalla banca centrale per iniettare liquidità nel sistema economico non viene necessariamente stampato, ma può essere creato in forma equivalente per via elettronica, finendo comunque sui bilanci della banca centrale.

Al Quantitative easing si associano in genere alcuni effetti, tipo l’aumento dell’attività economica dato dalla maggiore circolazione di liquidità, e l’abbassamento del costo dei prestiti perchè l’acquisto da parte della banca fa in teoria aumentare la domanda dei titoli e, allo stesso tempo, ne riduce i costi. L’allentamento monetario facilita in sostanza l’accesso al credito e, di conseguenza, stimola la crescita economica. La Federal reserve, con il piano Qe3, ha disposto l’acquisto di titoli per 40 miliardi di dollari al mese fino a “data da destinarsi”, ovvero fino a quando la crescita economica fosse stata ritenuta sostenibile.

La banca del Regno Unito ha disposto un programma di acquisti per 375 miliardi di sterline e la Banca centrale del Giappone ha ampliato progressivamente il proprio programma portandolo fino a 91 mila miliardi di yen. Gli effetti del Qe nel contesto europeo non sono prevedibili. Si ritiene potrà avere l’effetto di mantenere bassi i tassi di interesse sui titoli di stato, favorendo così il mercato finanziario. Aumento del credito e ribasso dei tassi d'interesse a lungo termine. Alcune simulazioni fatte relativamente ad un Qe da mille miliardi di euro, è stato visto, possa produrre un aumento dell'inflazione, nella migliore delle ipotesi, dello 0,4 per cento, incamminando così l’Europa al ritorno dell'inflazione verso il 2 per cento al 2016.

Oggi la Corte europea ha dato il suo benestare “in linea di principio” agli acquisti di titoli di Stato previsti dal programma Omt. Si tratta di un piano approvato dalla Bce nel 2012 osteggiato dalla Germania, diverso dall’operazione Qe. In presenza dell’opposizione tedesca, la Corte europea si è detta non contraria alle operazioni della Bce. Mutatis mutandis, è un buon segno per un futuro attuativo del Qe. L’immissione di liquidità a iosa è, anche per l’Europa, la strada maestra.


di Francesca Romana Fantetti