Le Cooperative Rosse sono come Cosa Nostra

sabato 6 dicembre 2014


Si sta svelando che il sistema coop è un impero economico costruito grazie all’intreccio tra amministratori locali, partito di sinistra e managers. In pratica le regole che valgono per tutti, non valgono per le coop, che non sei tu, come dice la pubblicità, ma sono loro, quelli di sinistra seduti tronfi sulla montagna di soldi accumulati manipolando e alterando politicamente il mercato.

Operazioni politiche condotte nella totale illegalità e in danno delle persone oneste, prese per i fondelli e gabbate. A Roma è venuto fuori, con foto, che Giuliano Poletti, attuale ministro del lavoro del governo Renzi e capo delle coop rosse, quindi a capo dell’impero economico del partito democratico (democratico un cavolo!), si intratteneva a tavola con killer, banditi e faccendieri oggi in galera, per “festeggiare” (sic), con soci e amministratori, la truffa perpetrata agli italiani. Alla faccia e in spregio della legalità e del mercato uguale per tutti, il comune di Roma con il sindaco Ignazio Marino garantiva le banche perché sganciassero ben trenta milioni alle coop rosse per i servizi forniti, sappiamo come. Mentre cioè le imprese falliscono a migliaia perché le casse pubbliche non corrispondono neanche il dovuto, le coop rosse di Giuliano Poletti e soci si garantivano illegalmente i pagamenti in qualità di compagni. Un modus operandi illegale oltre che dispendioso, sempre a carico degli italiani, dati gli interessi da corrispondere alle banche.

Contestualmente l’uomo di Walter Veltroni, Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto cioè di Veltroni, che aveva addirittura cambiato in passato il proprio nome per non farsi riconoscere perché dotato di condanna per droga (del cambio nome se ne sono accorti al dipartimento di Stato di Washington, negandogli per sempre l’ingresso negli Stati Uniti) ha moltiplicato, triplicato, quadruplicato, quintuplicato gli immigrati nelle periferie romane per lucrarci sopra e fare, per sé e il partito della sinistra, affaroni d’oro. Matteo Renzi, nominando tali figuri, non poteva non sapere, profittando di cotanta illegalità alle spalle degli italiani. In altre parole, ha utilizzato, scegliendoli e portandoli in palmo di mano, politici e amministratori pubblici che si sono organizzati in una sorta di associazione a delinquere, alle dipendenze della criminalità romana. Matteo Renzi ha usufruito per sè del tesseramento gonfiato, dei rom portati a votare alle primarie, delle cooperative sociali usate come serbatoio di voti.

Gli italiani ora sanno chiaramente, i romani in testa, che il partito democratico di sinistra, in un tutt’uno con taluni esponenti dell’estrema destra, sono stati colti tutti insieme a fregarli, formando una categoria politica trasversale il cui trait d’union o denominatore comune è stato ed è rubare in loro danno e alle loro spalle. Poi ci si stupisce che non si vada a votare!


di Giorgio Alfieri