Veneto Banca, concluso l’aumento di capitale

martedì 5 agosto 2014


Veneto Banca comunica che in data si è conclusa l’offerta in opzione agli azionisti e agli obbligazionisti delle massime 13.865.138 azioni Veneto Banca del valore nominale di euro 3 cadauna. Il dettaglio dei risultati definitivi verrà successivamente comunicato ai sensi del paragrafo 5.1.9 della nota informativa entro cinque giorni lavorativi dalla chiusura dell’offerta. Le azioni sono state offerte sulla base del seguente rapporto di opzione: n. 1 azione Veneto Banca per ogni n. 8 azioni ordinarie detenute e n. 3 azioni Veneto Banca per ogni n. 20 obbligazioni Convertibili detenute. “L’operazione si è conclusa in modo nettamente positivo – ha commentato il direttore generale di Veneto Banca, Vincenzo Consoli – testimoniando la forza della nostra rete commerciale. Stiamo attendendo il compimento degli ultimi passaggi tecnici per avere il dettaglio puntuale dell’operazione ma possiamo fin d’ora dirci più che soddisfatti, non solo per la forte partecipazione della compagine sociale, ma perché in tutti i territori nei quali operiamo moltissimi nuovi soci hanno aderito all’offerta”. “Dopo la conversione del prestito obbligazionario convertibile, l’aumento di capitale rappresenta un ulteriore step del piano di rafforzamento patrimoniale iniziato a novembre del 2013 – ha sottolineato il presidente, Francesco Favotto – Ancora una volta i soci ci hanno dato fiducia, dimostrando di voler sottoscrivere con la banca un patto di medio periodo, essenziale perché l’istituto affronti con l’adeguata forza e tranquillità il passaggio verso la Vigilanza Unica Europea”.

Un successo malgrado i gufi

Il successo dell’aumento di capitale riportato da Veneto Banca, concluso in appena 22 giorni lavorativi, con l’acquisizione di 10mila nuovi soci con una raccolta complessiva di 480 milioni circa, oltre ai dati tecnici che si andranno a leggere racconta anche altre cose...

Dobbiamo fare un passo indietro da gennaio di quest’anno dopo le ispezioni di Banca d’Italia del 2013 e la “asfissiante“ presenza della Bce cominciò una campagna stampa e giudizi dell’organo di vigilanza poco confortevoli per il board di controllo oltre che per tutta la struttura di Veneto Banca, poi ci fu la pressante proposta di Popolare Vicenza ad una fusione per aggregazione che sia il mercato che il progetto industriale sconsigliavano, infatti non se ne è fatto nulla, l’invito dell’organo di vigilanza ad azzerare il Cda. Seguì una agguerrita assemblea dei soci, 6000 presenti a sostegno della storica guida della banca dell’Ad Vincenzo Consoli e del presidente Trinca che malgrado la solidarietà dei soci lasciò dopo 17 anni, togliendosi diversi macigni dalle scarpe, le velate accuse di Banca d’Italia lo fecero considerare un “poco di buono“ da operatori e mercato sempre poco sensibili verso chi appare perdente. Ma la governance con la permanenza di Consoli resse agli attacchi e la solidarietà dei soci affermò l’indipendenza della popolare di Montebelluna. Ora questo successo riconferma la fiducia, in un momento nel quale l’economia ristagna, la fiducia generale della popolazione verso il sistema del credito è certamente ai minimi l’aumento viene sottoscritto in tempi record, si fanno nuovi soci e la rete svolge appieno il suo compito, segnali che la dicono lunga sulla validità dell’istituto che con il nuovo presidente Favotto e lo storico Consoli sulla tolda del vascello inanellano un successo fatto di fiducia sulla quale i territori di Veneto, Piemonte, Marche e Puglia oltre che sull’estero non hanno mai smesso di avere sui fondamentali della banca, al servizio dei territori e a fianco di famiglie e piccoli e medi imprenditori, quel tessuto sociale che permette al nostro Paese di rimanere in piedi malgrado la burocrazia.

Una politica che ancora stenta a dare risposte e che anche in Europa non sta facendo nulla per allineare diritti e doveri delle nostre banche, che in momenti come questo hanno negli ultimi mesi raccolto sul mercato, sfiduciato e stanco, qualcosa come 10 miliardi di euro, alla faccia dei gufi come ama dire il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi, Veneto Banca in cascina ha messo 1000 miliardi circa delle vecchie lire.


di Federico Tassinari