Il Cdm al lavoro, Saccomanni fiducioso

sabato 25 gennaio 2014


Misure urgenti di contrasto al traffico illecito di capitali, al riciclaggio e per il recupero di base imponibile, aumento delle aliquote Tasi, soppressione del taglio delle detrazioni e rinvio al 16 maggio del pagamento della prima rata dei contributi Inail. Sono i contenuti della bozza del dl all’esame del Consiglio del ministri. L’obiettivo della politica economica del Governo è di “ridurre le tasse sul lavoro e sulle imprese”. Così al World Economic Forum a Davos, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni (www.weforum.org).

“L’accordo cui l’Italia lavora con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati illegalmente verso l’estero è vicino – ha detto il ministro – e i colloqui di stamani (ieri, ndr) con il governo elvetico sono andati bene, ma non posso dare una data precisa per chiudere. Sull’Italia c’è grandissimo interesse e gli sforzi del governo sulla finanza pubblica e le riforme sono stati ampiamente apprezzati – ha sottolineato Saccomanni poco prima di ripartire per Roma dal Forum economico mondiale – Il piano di privatizzazioni che il Governo avvierà partendo da Poste Italiane ed Enav durerà almeno un paio d’anni”, confermando che il Cdm si occuperà delle due società controllate dal Tesoro.

“Si comincia con il 40% di Poste”. Dal World Economic Forum il ministro dell’Economia ha indicato la quota per un primo step del collocamento sul mercato della società guidata da Massimo Sarmi, fermo l’obiettivo di non rinunciare al controllo dello Stato che non diluirà la sua partecipazione sotto il 51%. Una operazione da almeno 4 miliardi: obiettivo che per Saccomanni “potrebbe essere raggiunto. Spero di sì”, ha detto il ministro, mentre il Premier Enrico Letta si spinge ancora oltre: “Possiamo arrivare a 6, 7, 8 miliardi” importanti per il bilancio dello Stato perché vanno a riduzione del debito. Si conferma così l’intenzione del Governo Letta di stringere sul dossier privatizzazioni, la dismissione parziale di nove società pubbliche annunciata a fine novembre.

Un provvedimento che dovrebbe essere affiancato anche dal decreto per avviare la cessione del 40% di Enav, il secondo capitolo su cui il lavoro preparatorio dei tecnici del Tesoro sarebbe praticamente concluso. Quello in Consiglio dei Ministri è un primo passaggio formale necessario per sbloccare per Poste ed Enav, con decreti del Presidente del Consiglio, i vincoli legislativi che limitano gli spazi di manovra per la cessione di quote di società pubbliche che erogano un pubblico servizio. Ma nell’ottica di accelerare i tempi i due testi potrebbero già anticipare dettagli dello schema di cessione scelto per le due società. Per Poste i tempi complessivi sono quelli indicati martedì dal viceministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà: tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell’operazione e concluderla.

La strada scelta, salvo sorprese, è quella di portare il 40% del gruppo postale in Borsa, con una collocazione in parte riservata agli investitori istituzionali e per la quota restante aperta al mercato retail dei risparmiatori. C’è attesa anche per la definizione delle condizioni con cui parte della quota sul mercato, si ipotizza il 5%, verrà riservata ai 145mila dipendenti postali. Dai sindacati “la perplessità”, espressa dall’Ugl, per il passaggio di domani in Cdm senza che ci sia stato “un preventivo confronto con le parti sociali”. Il primo ministro ha però ricordato di voler aver un occhio di riguardo proprio per i dipendenti, con l’intenzione di “far partecipare i lavoratori al destino della loro azienda”.

In particolare, “una parte delle azioni sono destinate ai dipendenti e spingerò” perché una rappresentanza dei lavoratori “possa essere presente negli organi della società”, sul “modello tedesco”. Sul fronte di Enav la soluzione, al bivio tra Borsa e cessione diretta a grandi investitori privati, sembra propendere per questa seconda strada. Il Governo può contare sull’interesse già riscosso tra fondi di investimento dei Paesi del Golfo ed in Nord Europa. E gli stessi vertici Enav, la società di gestione del controllo del traffico aereo, hanno auspicato l’ingresso di fondi di private-equity e non di un partner industriale che “tenderebbe ad orientare a suo favore le scelte aziendali”.


di redazione