Draghi conferma: “Invariati i tassi”

venerdì 6 dicembre 2013


I governi “non devono fermare gli sforzi in corso per ridurre i deficit”. È la raccomandazione che torna a ribadire il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, aggiungendo che vanno “migliorati i servizi pubblici” e “minimizzati gli effetti distorsivi della tassazione”. Così il numero uno dell’Eurotower, che si è anche espresso sul tasso di cambio dell’euro, che è “fonte di interesse comune” in quanto influenza la stabilità dei prezzi e la crescita. E ritiene che l’inflazione “resterà bassa a lungo”.

Dunque, in linea con le attese di analisti e mercati finanziari, la Banca centrale europea ha optato per confermare l’attuale bassissimo livello dei tassi di riferimento interbancari. Il costo del denaro nei 17 Paesi della zona euro resta al minimo storico di 0,25%, record negativo raggiunto soltanto il mese scorso con un taglio a sorpresa. Confermati a 0,75% il tasso sui prestiti marginali e a zero il livello dei depositi overnight, con un corridoio di tre quarti di punto percentuale.

Le prime parole di Mario Draghi, nella tradizionale conferenza stampa, testimoniano la volontà della Bce di tenere bassi i tassi d’interesse “o inferiori ai livelli attuali a lungo, usando tutti gli strumenti a disposizione” di fronte ai rischi per la stabilità. L’Eurotower migliora comunque leggermente le sue previsioni per la crescita dell’Eurozona: ora i suoi economisti si aspettano un 2013 a -0,4%, 1,1% per il 2014 e 1,5% per il 2015.

A settembre le stime erano a -0,4% per il 2013 e +1% per il 2014. Gli analisti prevedevano per le prime proiezioni sull’inflazione 2015 un’indicazione di 1,3% o 1,4% - ancora lontana dall’obiettivo del 2% - che potrebbe tradursi in un intervento di politica monetaria già nei primi mesi dell’anno prossimo.

L’opzione che gli analisti interpellati da Reuters dànno al momento come più probabile è quella di una nuova operazione “Ltro” (Long term refinancing operation) ad inizio 2014. Dallo stesso sondaggio emerge una mediana degli economisti scommettere su tassi fermi almeno fino a luglio 2015, depositi compresi, e una vasta maggioranza degli analisti - 47 su 59 - persuasi che la Bce non intenda avviare alcuna forma di “quantitative easing” e continuerà a sterilizzare gli interventi sul mercato.


di Giorgio Alfieri