Bce: una ripresina senza occupazione

venerdì 9 agosto 2013


Nell'insieme l'economia dell'area dell'euro dovrebbe stabilizzarsi e registrare una lenta ripresa. Lo afferma la Bce nel Bollettino mensile, precisando che «i rischi per le prospettive economiche dell'area dell'euro continuano a essere orientati al ribasso». La Bce conferma che l'orientamento di politica monetaria resterà accomodante finché sarà necessario e «di attendersi che i tassi di interesse di riferimento rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo».

La Banca centrale europea riscontra una «cauta conferma all'aspettativa dello stabilizzarsi dell'attività economica», alla luce dei «recenti indicatori del clima di fiducia basati sui risultati delle indagini» che «mostrano qualche ulteriore miglioramento, a partire da bassi livelli''. Lo afferma la Bce nel Bollettino mensile. Le condizioni del mercato del lavoro, invece, permangono deboli.

 E 2013 e nel 2014 «la crescita delle esportazioni dell'area dell'euro dovrebbe beneficiare di una progressiva ripresa», mentre quella interna è sostenuta dalla politica monetaria accomodante e dagli aumenti del reddito reale. La rimozione delle rigidità nel mercato del lavoro, la riduzione degli oneri amministrativi e il rafforzamento della concorrenza nei mercati dei beni e servizi saranno di particolare giovamento per le piccole e medie imprese. Per la Bce «queste misure di riforma strutturale sono essenziali per abbassare il livello attualmente elevato di disoccupazione, in particolare tra le fasce più giovani della popolazione dell'area dell'euro» e per questo gli Stati dell'Eurozona «devono procedere a una più rapida attuazione delle necessarie riforme strutturali al fine di promuovere competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro».

La dinamica dei prestiti a famiglie e imprese resta debole. Nel secondo trimestre la concessione del credito delle banche continua a essere frenata dal rischio dei prenditori e dall'incertezza macroeconomica. Tuttavia, l'inasprimento dei criteri di erogazione del credito si è ridotto per i prestiti alle famiglie, mentre è rimasto invariato per le società non finanziarie.


di Massimo Ferretti