Squinzi: «Il governo faccia in fretta»

martedì 11 giugno 2013


«Non avere la crescita, non avere una opportunità di lavoro per i giovani comporta un rischio di tenuta per il sistema sociale del Paese». Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine del convegno dei giovani di viale dell'Astronomia, condivide e rafforza il messaggio lanciato ieri dagli under 40 dell'associazione. "Dobbiamo mettercela tutta per evitare che questo succeda», aggiunge. «Penso che nelle piazze scenderanno coloro che non hanno il lavoro e che non vedono opportunità per il loro futuro», dice ancora.

«Dai giovani è arrivato un discorso serio perché non avere la crescita, non avere opportunità di lavoro per i giovani, evidentemente, comporta un rischio di tenuta per il sistema sociale del Paese», dice Squinzi, condividendo l'analisi del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. «Non ha torto perché ormai la crisi dura da sei anni è una fase molto complicata e non dimentichiamoci che anche se stiamo andando verso la fine, la crisi sta soprattutto toccando l'Europa», conclude. Da qui l'appello del leader degli industriali: «Fare presto». Il governo «sicuramente sarà capace di prendere decisioni positive ma noi lo talloniamo, lo sorvegliamo da vicino perché con le prime decisioni che ha preso si è appropriato di fondi che non era giusto toccare». «La nostra analisi è che questo governo si è trovato una montagna di problemi sul tavolo che non erano stati affrontati da anni. Sta facendo un inventario dei problemi e delle risorse disponibili per affrontarli.

Diamogli il tempo di lavorare», dice ancora Squinzi prima di chiudere il convegno dei giovani. «Credo che sicuramente sarà capace di prendere decisioni positive. Noi - aggiunge - continueremo a tallonarlo. Abbiamo già dato qualche segnale perché le prime decisioni sono state prese appropriandosi di fondi che non era giusto toccare. Li sorveglieremo da vicino». «Bisogna fare presto - ribadisce - Diamogli il tempo per lavorare: è l'unico possibile in questo momento» ma, conclude, «dobbiamo tallonarlo, stimolarlo, pungolarlo».


di Pasquale Amitrano