Rehn: «Con le riforme si allenta il rigore»

sabato 27 aprile 2013


Il rigore allenta la sua morsa in Europa grazie alle riforme fatte in questi mesi. Lo dice il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, intervenendo al Parlamento europeo. «Siamo sempre stati chiari sul fatto che il ritmo dell'aggiustamento di bilancio dovrebbe tenere conto della situazione specifica di ciascun Paese - ha ricordato Rehn - In linea con questa politica, il ritmo o la velocità del consolidamento fiscale sta adesso rallentando in Europa». Quest'anno, ha chiarito parlando davanti alla commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento a Bruxelles, «lo sforzo di consolidamento di bilancio sarà dello 0,75% del Pil nell'eurozona», una cifra dimezzata rispetto all'1,50% dello scorso anno ed inferiore all'1,75% previsto per quest'anno dagli Stati Uniti. E questo «è stato possibile grazie a tre fattori - ha spiegato Rehn - l'accresciuta credibilità della politica di bilancio che i Paesi dell'eurozona hanno ottenuto dal 2011, l'azione decisiva della Bce per stabilizzare i mercati, la riforma della governance economica europea, che garantisce un contesto efficace per aggiustamenti di bilancio differenziati e l'avanzamento delle riforme strutturali».

Ora, ha aggiunto il commissario, «grazie a questi fattori, abbiamo spazio per una politica di bilancio con una visione piu' di lungo termine: questo non era stato possibile nel 2010-2011, quando molti Paesi dell'eurozona correvano il pericolo di diventare insolventi o di finire in una spirale di tassi di interesse proibitivamente alti». Rehn ha comunque ribadito che «un alto livello di debito pubblico tende ad avere un impatto negativo sulla crescita economica», sia che l'aumento avvenga a ritmi costanti che in modo improvviso. Per questa ragione, ha insistito, «dobbiamo fare di tutto per sostenere le riforme strutturali e gli investimenti pubblici e privati per sostenere la crescita, mantenendo allo stesso tempo una politica coerente di consolidamento di bilancio». Prima di intervenire alla commissione Econ, Rehn aveva partecipato ad una conferenza a Bruxelles, durante la quale aveva ribadito come «la condizione necessaria per ripristinare la stabilità finanziaria ed affrontare il circolo vizioso tra le banche ed i debiti sovrani sia il ripristino» di finanze pubbliche sane. Secondo il commissario, «il consolidamento di bilancio resta un ingrediente necessario alla nostra strategia», l'obiettivo della politica economica europea è «la promozione di una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro ed il contenimento dell'aumento del debito».

Anche l'Fmi riconosce «i passi importanti compiuti nell'area Euro» per affrontare la crisi ed evidenzia «l'urgenza di altre riforme per mettere la crisi nello specchietto retrovisore e tornare alla crescita e alla creazione di posti di lavoro». L'Europa deve mettere in campo «azioni decise per rafforzare le prospettive di crescita ed evitare il rischio di stagnazione» afferma il numero due del Fmi David Lipton in un intervento a Londra. Nella sua analisi, Lipton ricorda che «il rischio di stagnazione non è remoto di fronte a crescita debole, mercati frammentati, bilanci non in equilibrio e riforme lasciate a metà». Per evitarlo «l'Europa deve agire su diversi fronti». A partire dal fatto che la Bce deve «mantenere la sua politica molto accomodante» e, per eliminare la frammentazione del mercato, «dovrà ricorrere a nuove misure non convenzionali». Così come la vigilanza unica bancaria è considerata «un passo chiave».


di Massimo Ferretti