De Benedetti vuole La7 e Rai3

venerdì 11 maggio 2012


In Rai chiude tutto. Sotto la direzione di Lorenza Lei ha chiuso Rai Brasile, Rai International, Rai notte. L'obiettivo è far quadrare i conti, a costo di mandare a casa più di metà dei dipendenti. Nel 2011 la Rai ha registrato perdite per 320milioni di Euro: fonti interne confermerebbero il trend per il 2012. L'obiettivo del governo Monti è privatizzare o liquidare la tv di stato. Ma il consiglio d'amministrazione Rai è scaduto e si attendono le scelte del governo. Intanto manager, giornalisti, partiti, tutti pensano solo a mantenere poltrone o a conquistarne di nuove.

Nessuno pensa al terremoto privatizzazione, alla chiusura dell'azienda. Giornalisti e manager cambiano solo casacca partitica. Le statistiche ci dicono che su 155 posizioni apicali, 59 sono del centrodestra, 48 divise tra sinistra e centrosinistra, 8 Lega e 10 Terzo polo (Udc, Fli, Api). Adesso nemmeno Lorenza Lei è targabile politicamente, si definisce "un tecnico". Se la Rai venisse venduta o chiusa, è vulgata che quelli di RaiTre passerebbero tutti a La7, mentre i restanti verrebbero reimpiegati nel grande calderone dell'impiego pubblico. E che fine farebbero pubblicità e ascolti dei programmi generalisti di RaiUno e RaiDue? Monti non è tipo che si fa convincere con certi argomenti. La Rai è per l'attuale governo soltanto un enorme peso gestionale, inutile al paese. In poche parole Monti la pensa come Grillo. Ma se per la Rai si profila una privatizzazione a pezzi, invece La7 di Telecom è interamente in vendita.

«Oggi ci sono le condizioni per la vendita di La7, salvaguardando il suo ruolo e la sua funzione», aveva affermato Franco Bernabè (presidente esecutivo di Telecom Italia) in un'intervista a La Stampa. Il quotidiano torinese raccoglieva queste dichiarazioni all'indomani della decisione del cda Telecom d'avviare la dismissione della tv. Bernabè sa bene che c'è un solo acquirente vero all'orizzonte, e cioè l'ingegner De Benedetti, patron del gruppo Espresso-Repubblica.

«Personalmente non ho mai svenduto nessun asset, all'Eni ho venduto 300 società e non ho avuto una polemica - sottolinea Bernabè -. Non mi considero un editore. L'interesse c'è e inoltre in questo momento gli asset italiani costano relativamente poco». L'acqua è bassa, si fa per dire, e De Benedetti si tuffa. Lo avevano abbondantemente previsto i più accorsati giornalisti della sinistra Rai: quelli mai saltati da un partito all'altro, nel tempo fedeli prima al Pci, poi al Pds, quindi ai Ds ed oggi al Pd. Oggi stanno transitando tutti a La7, svuotando di professionalità RaiTre. Quando il TgTre e la Terza rete Rai saranno ridotte a poche unità, la maggior parte del personale Rai sarà tutto concentrato tra RaiUno e RaiDue. Quindi decollerà la vendita a pezzi della ormai ex tv di stato. Naturalmente La7, ormai televisione di De Benedetti, acquisterà la deprezzata RaiTre.

«Una volta che saranno passati tutti armi e bagagli a La7, qualcuno potrebbe chiedersi se serva o meno mantenere aperta la Rai», afferma provocatoriamente un sindacalista della Uil. Assicurati i suoi protetti a La7, è certo che la sinistra non difenderebbe più la salvezza dell'azienda di Viale Mazzini. La televisione è come il cinema, è roba da sinistra e per la sinistra.


di Ruggiero Capone