giovedì 22 marzo 2012
Tanto tuonò che piovve. Anche se le stime preliminari circolate
nei giorni scorsi avevano già delineato quelli che sarebbero stati
in numeri del bilancio 2011 di Mediaset, ieri alla notizia che il
dividendo distribuito agli azionisti era stato ridotto a 10
centesimi di euro dai 35 centesimi dell'anno scorso, il titolo ha
preso un gran brutto scivolone a Piazza Affari (-4,09%) con una
massiccia ondata di vendite.
Mal comune mezzo gaudio dal momento che anche le Assicurazioni
Generali hanno segnato un tonfo sonoro (-4,11%) in una giornata
dove dove Milano si è conquistata una poco ambita maglia nera tra i
mercati del Vecchio Continente con un calo dell'1,29%. Nel
pomeriggio il vice presidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi ha
gettato acqua sul fuoco spiegando all'Ansa che il dividendo di
Mediaset è stato ridotto "perché abbiamo sempre avuto una gestione
prudente e vogliamo mantenerla".
"Le risorse vanno a rafforzare la patrimonialità del gruppo e, se
ci saranno opportunità, potrebbero anche servire per nuovi
investimenti", ha aggiunto. "Ovviamente non fa piacere diminuire la
cedola e la crisi ci ha colto in un momento di investimento, di
espansione, ma l'efficienza e la solidità dei conti devono essere
al centro del nostro lavoro, così come siamo solidi nei nostri core
business'".
Compresa Mediaset Premium, per la quale è stato rinviato di un
paio d'anni l'obiettivo di pareggio di bilancio. "Sui conti pesano
i carissimi rinnovi dei diritti per il calcio, ma i ricavi da
attività caratteristica, cioè vendita di carte, ricariche,
abbonamenti e raccolta pubblicitaria, hanno raggiunto i 615
milioni, con una crescita del 14%: è un business al quale crediamo
fermamente", ha concluso Berlusconi jr.
Il problema è la raccolta pubblicitaria che rappresenta
"l'ossigeno" per la televisione commerciale. La crisi sta
condizionando il mercato pubblicitario: nei primi tre mesi
dell'anno la raccolta sta registrando una flessione. Con alcuni
dati pesanti per il Biscione, che storicamente ha sempre fatto
meglio del mercato mentre ora batte ancora la Rai ma assiste a una
seppur piccola crescita di Sky.
Nel 2011 la raccolta pubblicitaria del gruppo in Italia sia sui
canali in chiaro sia su quelli a pagamento è scesa del 3,3%; sui
soli canali in chiaro il calo è stato del 4,5%. Il mercato
pubblicitario tv italiano è sceso del 3,9%, con la Rai in flessione
del 6,6% mentre Sky è cresciuta dello 0,2%.
Per ora sulla raccolta pubblicitaria "non possiamo avere
previsioni, piuttosto 'visioni' perché gli acquisti da parte degli
inserzionisti non avvengono mesi prima con campagne ampiamente
programmate, ma nel giro di poche settimane".
di Alessandra Mieli