venerdì 19 dicembre 2025
Ma, insomma, si tratta della nonna o della bisnonna?
Su questo interrogativo ruota l’arte della vita di una famiglia matriarcale, tre sorelle, una madre, una figlia e una prodigiosa bimba di cinque anni. Left-Handed Girl, titolo inglese del bel film La mia famiglia a Taipei (in uscita nelle sale italiane il 22 dicembre), per la regia di Shih-Ching Tsou, ha come protagonista una delle tre sorelle, Shu-Fen (Janel Tsai), abbandonata dal marito e lasciata sola a crescere le sue due figlie, di cui la maggiore I-Ann (Shih-Yuan Ma), dopo aver lasciato il liceo pur essendo una studentessa brillante, vive di lavoretti precari ed è in perenne conflitto post-adolescenziale con la madre Shu. Entrambe, però, adorano e si prendono amorevolmente cura della piccola I-Jing, che condivide piccole e grandi complicità con sua sorella, mentre va in scooter con lei per le stradine di Taipei, dove la sua famiglia senza padre si era trasferita per stare più vicina ai genitori di Shu, nonni di I-Jing. Per sbarcare il lunario, Shu-Fen chiede prestiti e si indebita con l’affitto di un chiosco di street food nel mercato notturno di Taipei, dove ha come vicino di commerci un confusionario brav’uomo, Johnny (Brando Huang), che vende ogni tipo di gadget, come spazzole multifunzionali e piccoli elettrodomestici. In verità, la vera protagonista, ordinamento degli eventi, è proprio la piccola mancina I-Jing, che a causa dell’assenza per lavoro di madre e sorella, si ritrova a vagare in solitario tra i cento vicoli del grande mercato, di cui impara molto presto a conoscere le dislocazioni dei vari stand e i loro gestori. Tra l’altro, malgrado la sua età, la piccola è in grado di rendersi utile, servendo i clienti seduti ai tavoli del chiosco, praticamente più alti di lei, e occupando il tempo libero a disegnare con i colori dategli in prestito da I-Ann. È il suo sguardo innocente a registrare per noi tra le quattro mura domestiche i conflitti familiari tra madre e sorella, in cui una esasperata Shu-Fen cerca di mettere ordine nella vita di I-Ann, sempre più irrequieta e irretita in una relazione con il suo datore di lavoro, che non sa essere sposato con tanto di figlie piccole, finché la moglie tradita scopre la tresca ed è disposta a comprare un figlio altrui purché maschio. La giovanissima vita di I-Jing cambia quando la madre, sentendosi in obbligo di assistere l’ex marito morente in ospedale, e poi a provvedere al suo funerale, affida per qualche giorno la bimba ai nonni, altrettanto irrequieti come I-Ann, in cui lui nasconde riviste pornografiche sotto il letto, e lei pratica una sorta di traffico illegale di persone che desiderano espatriare in America. Ma è proprio il nonno, accorgendosi che la bimba usa la sinistra a tavola e per fare i compiti, a non farsi scrupoli terrorizzandola con i pregiudizi della vecchia tradizione cinese, che fa della sinistra la “mano del diavolo”, imponendole di usare esclusivamente la destra in tutte le faccende manuali. Ed è così che quella mano colpevole inizia ad agire per conto suo, commettendo, appunto, azioni diaboliche, come rubare piccoli oggetti negli stand dei negozietti del mercato notturno.
Essendo un racconto sulle donne e di donne, il ruolo delle figure maschili, tranne quella del tenero Johnny, apertamente innamorato di Shu-Fen, non hanno mai nulla di romantico, come quella del padrone del chiosco che non si fa scrupoli a mettere sulla strada la donna e le sue due figlie. Così come in ombra è la figura del fratello di Shu, idolo di sua madre che vede in lui, piccolo boss dei prestiti individuali, una persona di grande successo e ne fa il “cocco di mamma” (tutto il mondo è Paese!) cui tutte le attenzioni (e l’eredità) sono dovute. In un clima perfettamente occidentale di scarsa coesione dei legami familiari, le tre sorelle litigano tra di loro sul denaro, rinfacciandosi a vicenda i favori pregressi, e tutte assieme si ritrovano in polemica con la loro madre che non le ha informate sui suoi traffici a rischio. Sarà proprio la piccola I-Jing con una trovata geniale a fare il piccolo miracolo di riconciliare per breve tempo nonna e madre, prima che tutto precipiti in catastrofe familiare proprio il giorno della grande kermesse al ristorante per il compleanno della nonna, in cui tutta la famiglia di zii e cugini partecipa alla festa. Ma, come sempre, dopo la tempesta viene il sereno e Shu-Fen si riconcilierà alla fine con la ribelle I-Ann.
Voto: 7,5/10
di Maurizio Bonanni