giovedì 18 dicembre 2025
Dopo decenni di attività segnati anche dall’assenza dei fratelli Max e Igor Cavalera, chitarrista e cantante uno, batterista l’altro, fondatori e anima originaria del progetto, i Sepultura si preparano a salutare definitivamente il palco. La storica band brasiliana ha annunciato il tour d’addio Celebrating Life through Death, in programma nel 2026, che farà tappa anche in Italia.
Riferimento imprescindibile del metal estremo, i Sepultura non si sono limitati a interpretare un genere: ne hanno ridefinito i confini, incidendo in modo profondo sull’immaginario musicale di più generazioni. In oltre 40 anni di carriera e con più di una dozzina di album in studio, il gruppo ha costruito un percorso artistico che affonda le radici nei margini di un Brasile segnato dalla censura e da una lunga dittatura militare, per poi espandersi su scala globale con il loro tipico sound crudo e privo di fronzoli, ma allo stesso tempo impeccabile. Un’ascesa che li ha condotti a firmare con etichette discografiche di primo piano come la Roadrunner Records e Nuclear Blast, a risultati commerciali di rilievo – Arise raggiunse il disco di platino negli anni Novanta – e a un riconoscimento unanime da parte della critica internazionale, consacrandoli come attori centrali nell’evoluzione del metal moderno.

I Sepultura hanno iniziato con sonorità vicine al death metal, avvicinandosi sempre di più negli anni Novanta all’industrial e al nu metal – sottogenere dell’heavy metal nato proprio grazie all’apporto di band come Sepultura, Korn e Deftones. Arise, Chaos A.D. e Roots sono i tre dischi che hanno fissato con merito la band brasiliana nell’olimpo dell’heavy metal. Ora, a 40 anni dall’esordio, la band si appresta a chiudere il cerchio. Un epilogo che arriva dopo scelte complesse e separazioni dolorose, soprattutto per una fanbase rimasta fedele nel tempo, e che si tradurrà in due appuntamenti italiani. Il primo è fissato a Milano, il 9 giugno, al Circolo Magnolia nell’ambito del Magnolia Estate; il secondo, il giorno successivo, a Roma, all’Eur Social Park. Due concerti che segnano l’ultimo atto di una storia fatta di consacrazione, rotture, resistenza, sonorità estreme.
di Edoardo Falzon