giovedì 18 dicembre 2025
Roberto Benigni, nella sua performance televisiva ha presentato in maniera molto bella il San Pietro dei Vangeli, perfetto seguace di Gesù che talvolta dubita, che nell’ora della passione rinnega il suo Maestro. Quello che viene descritto è un personaggio umano che sa unire alle debolezze slanci di amore e di fede verso il suo maestro. Può attribuirsi a lui quello che il commediografo latino Terenzio ha scritto: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”. Gesù ha scelto Pietro come fondatore della chiesa per la sua umiltà, una caratteristica che porta alla completa sottomissione ed è particolarmente importante per il Cristo. Pietro è un personaggio complesso, che bisogna guardare nella sua opera di fondatore della chiesa. Con molta intelligenza sceglie Roma come centro della sua attività, perché capitale di un impero molto esteso, idoneo a diffondere il messaggio cristiano a un grande numero di uomini. E anche sul piano dottrinale fondatore del cristianesimo. Delle ventuno lettere apostoliche due sono attribuite a Pietro. Questi documenti, da esegeti di grande valore, vengono giudicati più profondi delle stesse lettere di San Paolo, che pure hanno avuto grande importanza dal punto di vista della diffusione del messaggio.
Pietro si sofferma sulla resurrezione di Gesù e sulla sua importanza nella vita del cristiano, sul battesimo quale momento di rinascita e segno di resurrezione. Nella visione politica ha visioni moderne: viene insegnata la sottomissione allo Stato non intesa però come servilismo, ma come lealtà e rispetto verso l’istituzione. Ha accenti di molto rispetto verso coloro che vivevano in condizione servile. I cristiani devono profondere il loro impegno nel rinnovamento della società, cercando di attuare in terra ideali di vita celesti. Particolare l’attenzione che Pietro attribuisce alla carità, la virtù più importante del cristianesimo, secondo anche l’insegnamento paolino. La carità ha costituito sempre un caposaldo nella storia della chiesa, come, ad esempio, testimonia Benedetto XVI con il suo libro Deus caritas est.
Fondamentale è l’insegnamento sulla fede: per fede sa riconoscere in maniera decisa la divinità del Cristo. Dimostrandosi anche seguace fedele del suo insegnamento che beatifica quelli che credono senza vedere. Diverse correnti di pensiero (lo scetticismo, l’illuminismo, l’idealismo, il positivismo, la fenomenologia, l’esistenzialismo laico) non danno importanza alla fede che pure fa parte della vita dell’uomo e che si integra perfettamente con l’intelligenza, Il pensiero di Sant’Agostino, uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, si sostanzia nell’espressione: “Credo ut intelligam, intelligo ut credam”. Senza la fede non ci sarebbero state le grandi scoperte e tante importanti opere dell’uomo. Il grande fisico Max Planck sosteneva che la fede precede e muove l’intelligenza. È altrettanto importante la concezione sulla morte, intesa come passaggio dalla vita terrena a quella celeste. Inoltre, è sempre presente e richiamata ai cristiani la speranza nella parusia, la nuova venuta del Cristo sulla terra. Tutto di Pietro è vivo: con il suo insegnamento, con la sua vita, con il suo martirio ha confermato di essere la pietra testata ad angolo, quella su cui si fonda la chiesa secondo la scelta del Cristo.
di Antonio Contaldi