“Fibonacci, il matematico di Pisa” celebrato dalla città con un convegno

martedì 25 novembre 2025


Pisa ha celebrato Fibonacci (Leonardo Bonacci), l’illustre matematico che ideò la sequenza numerica da cui scaturì il rapporto fra coppie di termini successivi tendenti a indicare il valore della sezione aurea. Lo ha fatto nel corso di un convegno tenuto alla Domus Mazziniana. Filosofi, storici e matematici si sono confrontati sul tema e nel luogo ideale in cui il libero pensiero non poteva che vestirsi dei panni della laicità. “In Fibonacci ritroviamo un punto di incontro di molti temi”, ha detto Paolo Pesciatini, assessore al Turismo del Comune di Pisa. “I temi confluiscono nella visione unica e simbolica del numero”. Per Anna Checcoli Marjani Mazzantini, “quel numero diventa strumento di conoscenza della realtà totalizzante e fa emergere dall’oscuro Medioevo la mente straordinaria di un uomo nato a Pisa intorno al 1170, che riuscì a individuare in una sequenza numerica un sistema di lettura delle leggi fisiche e del Cosmo”. La lettura esoterica dei numeri ci riporta direttamente all’antichità quando già i pitagorici individuarono nel numero l’archè, in quell’Uno che è sintesi di contrapposizione di opposti. Tommaso Esposito, delegato della Regione massonica toscana, ha spiegato che “l’interpretazione dei numeri, infatti, passa anche per la via iniziatica dove nulla è lasciato al caso e ogni scelta ci proietta verso l’obiettivo principale: creare Armonia e bellezza nel segno di ciò che specularmente unisce Micro e Macrocosmo”. Così nasce il connubio naturale fra Fibonacci e la Libera muratoria. Connubio che scaturisce, ancora una volta, dal valore che si vuol dare alla cultura laica, a-dogmatica e gnostica, senza la quale l’umanità non avrebbe goduto dell’importanza del progresso.

Secondo Pietro Finelli, direttore della Domus Mazziniana, “con questo evento la Casa di Mazzini diventa ancora più Domus di tutti i cittadini”. Luogo in cui la storia del passato si unisce al futuro. E quindi da Fibonacci all’Intelligenza artificiale il passo è spedito. Nell’intervento di Paolo Ercolani, filosofo dell’Università di Urbino, si è posta la questione su ciò che oggi quella sequenza significhi per la società. Non più strumento per conoscere la realtà ma meccanismo di controllo delle vite umane. “Viviamo in un’epoca di analfabetismo funzionale –ha spiegato Ercolani – in cui dal 2009 si registra anche un abbassamento del quoziente intellettivo delle persone”. Colpa di un’era, forse, in cui il giudizio sull’Intelligenza artificiale spacca l’umanità, tra chi l’ama e chi la odia, tra chi ne coglie il potenziale creativo nei suoi aspetti compensativi e chi invece la considera nemica perché priva di anima e sostitutiva dell’intelligenza naturale. Fibonacci è strumento di interpretazione della poesia nell’intervento di Stefano Fava e nella pittura di Giorgio Piccaia ogni “numero diventa respiro e ogni spirale si trasforma in destino”. Ha chiuso l’incontro lo storico Giovanni Ranieri Fascetti, profondo conoscitore della storia pisana il quale ha proposto una visione più ampia del Fibonacci proiettandola sulla dimensione operativa della massoneria. Quella dimensione che sin dall’origine ha tracciato lo spazio del tessuto urbano pisano e che nella matematica e nella scienza ha individuato quei punti di forza per proiettare nel futuro un’umanità consapevole e decisamente più progredita.


di Salvatore La Lota Di Blasi