venerdì 21 novembre 2025
Il frate è considerato uno dei padri del Rinascimento italiano
Due sedi prestigiose a Firenze, Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco, per ospitare le oltre 140 opere dell’artista rinascimentale Beato Angelico. Dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti dai più importanti e prestigiosi musei del mondo, come il Louvre, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington e i Musei Vaticani, sono visibili grazie alla mostra a lui dedicata che si protrarrà fino al 25 gennaio 2026. Il Beato Angelico, nato a Vicchio nei pressi di Firenze nel 1395, è riconosciuto come uno dei padri del Rinascimento italiano oltre che artista simbolo dell’arte del Quattrocento. Domenicano, frate Angelico fu soprattutto il pittore che riuscì a fondere nelle proprie opere spiritualità profonda e innovazione artistica. Diede vita a un’arte che non si limitò a essere soltanto veicolo di preghiera, ma strumento pedagogico. Le sue illustrazioni delle scene del Vangelo divennero, infatti, il mezzo attraverso cui l’artista educava le masse alla sensibilità religiosa.

L’intento della mostra è quello di mettere in luce proprio la produzione, lo sviluppo e l’influenza dell’arte del Beato Angelico, i suoi rapporti con pittori Lorenzo Monaco, Masaccio e Filippo Lippi. Seppe intrattenere un dialogo continuo anche con gli scultori Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia. Da qui il nascere di una pittura particolare rinomata per l’uso dei colori tersi, luminosi, cromaticamente raffinati. Quei colori che serviranno al pittore per ricreare una “atmosfera celestiale”. Tra innovazione spaziale e realismo, Beato Angelico riuscì a mantenere la tradizione sacra incorporando al contempo le tecniche realistiche e le innovazioni prospettiche del suo tempo. Pare che avesse influenzato persino Masaccio. Infatti, per creare spazi credibili e figure solide si avvalse della geometria euclidea e ciò è quanto emerge dagli stessi affreschi di San Marco, tra cui il più noto è L’annunciazione. L’attuale esposizione fiorentina nasce dalla collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco. “Quattro anni di preparazione per stendere un progetto che oggi – ha dichiarato il direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino – rende possibile un’operazione unica di eccezionale valore scientifico e culturale. Grazie a una campagna accurata di restauri è stato possibile riunire pale d’altare che si presentavano smembrate e disperse da più di duecento anni”.
di Salvatore La Lota Di Blasi