Per la prima volta a teatro, il mitico Tenente Colombo

venerdì 21 novembre 2025


Al Quirino-Vittorio Gassman, per pochi giorni, sino esattamente al 23 novembre, è in scena Tenente Colombo ‒ Analisi di un omicidio: un giallo come si rispetti, centrato sul celeberrimo personaggio, nato molti anni fa dalla fantasia di due autori americani, colleghi universitari, Richard Levinson e William Link, appassionati dei romanzi gialli della serie di Ellery Queen.

I due ammisero di essersi ispirati al buffo e umile personaggio di Porfirij Petrovič, il detective che appare nel capolavoro di Fedor Dostoewskij Delitto e castigo: ma Frank Colombo (Columbo, nei testi originali dei due autori) si muove in tutt’altro ambiente e ai giorni nostri, in forza al L.A.P.D., la polizia locale di Los Angeles, California, assegnato alla Squadra omicidi. È un poliziotto di umili origini, uomo in apparenza ultra modesto e trasandato, vestito sempre allo stesso modo (mitico il suo impermeabile “bogartiano” vecchio e sdrucito, da cui non si separa quasi mai): ma dotato, in realtà, di fine intelligenza e di grande intuito, che lo portano a risolvere i casi più complessi sapendo soprattutto penetrare la psicologia dei sospettati.  

Dopo cinque anni di successi Usa, Inghilterra e Francia, Colombo per la prima volta arriva a teatro in Italia. Questa commedia ora in scena al Quirino in realtà nacque prima della famosa serie tv, nel 1966, con uno spettacolo che tenne banco a Broadway per molti anni, protagonisti Joseph Cotten (già potente “spalla” di Orson Welles in Quarto potere) e Thomas Mitchell nel ruolo appunto di Colombo. 

Dal 1971, le avventure di questo “Sherlock Holmes made in Usa” divennero oggetto dì una serie tv che proseguì regolarmente sino al 1978, per poi riprendere nel 1989: protagonista il grande Peter Falk (1927-2011, che di alcuni episodi fu anche produttore esecutivo, regista e cosceneggiatore), “tagliato su misura” per il personaggio.

Levinson e Link avevano ideato uno schema che ribaltava i presupposti del giallo classico. Sin dalle prime scene, infatti, lo spettatore conosce l’assassino, perché lo vede compiere il delitto. Il meccanismo attraente, allora, sta nel capire in che modo il detective dovrà riuscire a smascherarlo, smontando pezzo per pezzo (cosa in cui Colombo è maestro) l’alibi, fatto di complicate strutture intellettuali. A questo meccanismo diverso dal solito ricorse, tra l’altro, anche la stessa Agatha Christie, per Assassinio sul treno (1961, film tratto da un suo celebre romanzo).

In Analisi di un omicidio, il dottor Fleming (omonimo del rivoluzionario scopritore della penicillina) è un brillante psichiatra di New York, che non riesce più a tollerare il matrimonio con la moglie, una donna possessiva che ha sposato solo perché ricca. Assieme alla sua giovane amante Susan, un’attrice di soap opera, architetta il piano perfetto, diremmo, alla Hitchcock, per ucciderla.

Ma sulla sua strada troverà il tenente Colombo: ingaggiando con lui (un bravissimo Gianluca Ramazzotti, che imita anche le movenze di Peter Falk ‒ Frank Colombo) un serrato duello, che tiene inchiodati gli spettatori alle poltrone per quasi due ore. Suoi comprimari sono Pietro Buontempo, Samuela Sardo e Nini Salerno.

(*) Tenente Colombo. Analisi di un omicidio di Richard Levinson e William Link
traduzione e adattamento David Conati e Marcello Cotugno al Teatro Quirino (Roma) dal18 al 23 novembre, per la regia di Marcello Cotugno.


di Fabrizio Federici