“Storia di Sergio”, il corto italiano d’animazione in corsa agli Oscar

giovedì 13 novembre 2025


Storia di Sergio è una fiaba dolorosa firmata da Rosalba Vitellaro. Il cortometraggio d’animazione, che presenta i colori cupi di un racconto struggente, è stato ammesso dall’Academy tra i titoli in corsa agli Oscar 2026, nella categoria Animated Short Film. Scritto dalla regista con Alessandra Viola, il corto, tutto italiano, si è qualificato per la corsa alla 98ª edizione del premio più prestigioso del cinema grazie alla proiezione in sala a Santa Monica (Los Angeles). “Il 17 ottobre abbiamo ricevuto l’e-mail dell’Academy in cui ci annunciavano che eravamo state ammesse. Ora il nostro corto è nella piattaforma e tutti i membri possono vederlo”, racconta Rosalba Vitellaro. Le votazioni si svolgeranno tra l’8 e il 12 dicembre. Il 16 dicembre verranno annunciate le shortlist e si saprà se il film è tra i 15 titoli da cui sarà poi votata la cinquina finale per la notte delle stelle. “Già essere arrivate a questo punto supera le nostre aspettative per questo piccolo film prodotto con il crowfunding”, spiegano le autrici.

Liberamente tratto dal romanzo Storia di Sergio di Andra e Tatiana Bucci, con Alessandra Viola (Rizzoli, 2020), è prodotto da Larcadarte, per Lynx Multimedia Factory, con il sostegno dell’Ambasciata tedesca in Italia, dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, del Centro Padre nostro di Palermo e dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Siciliana. Le musiche sono di Davide Caprelli, la direzione artistica è di Annalisa Corsi, la produzione esecutiva è di Sabrina Callipari ed Evelina Poggi, la supervisione delle animazioni è di Luca Candidi, il montaggio è di Andrea Pontillo. Storia di Sergio è stato avviato grazie a un crowdfunding lanciato lo scorso anno. Il corto si pone in continuità con La stella di Andra e Tati, pluripremiato lavoro delle stesse autrici dedicato alle sorelle Bucci, sopravvissute ad Auschwitz, che ha superato il milione di visualizzazioni su Rai Play. Il film breve racconta la vicenda di Sergio De Simone, bambino deportato ad Auschwitz con la famiglia e poi trasferito nel campo di Neuengamme, ad Amburgo. Fu l’unico italiano tra i venti piccoli prigionieri scelti dal dottor Kurt Heissmeyer come cavie umane per esperimenti medici. Tutti furono poi uccisi nei sotterranei di una scuola amburghese, a pochi giorni dalla fine della guerra. Decenni dopo, il giornalista tedesco Günther Schwarberg e la moglie Barbara Hüsing si impegnarono a restituire un nome e una storia a quei venti bambini. “La storia di Sergio assume carattere di urgenza civile. Non si limita a ricordare. Il film richiama la responsabilità collettiva e personale: la memoria diventa scelta viva e ponte di pace tra i popoli”, commenta la regista.

(*) La foto della locandina è tratta dal profilo Facebook ufficiale della casa di produzione Larcadarte

 


di Eugenio De Bartolis