venerdì 26 settembre 2025
Un giornalista sportivo d’origine irlandese che diventa presentatore, uomo di spettacolo e straordinario scopritore di talenti. Sunday Best: la storia di Ed Sullivan è un appassionato documentario targato Netflix che racconta la vicenda umana e artistica del presentatore che, con una canzone alla volta, ha rivoluzionato la tivù, la musica e la società statunitense. Diretto da Sacha Jenkins (scomparso di recente ad appena 53 anni), il film, della durata di 90 minuti, delinea il ritratto di un conservatore che ha portato i Beatles ed Elvis Presley in tivù, al cospetto di ragazze urlanti e dirigenti allarmati. Un celebre conduttore che, nel periodo della segregazione razziale, sfidando sponsor e direttori di rete, apre le porte della celebrità agli artisti afroamericani: davanti alle telecamere si esibiscono, con successo, Harry Belafonte, Nat King Cole, Nina Simone, Stevie Wonder, le Supremes, James Brown e i Jackson 5. The Ed Sullivan Show va in onda, dal 1948 al 1971, sull’emittente televisiva Cbs, per complessive 1.054 puntate. Inizialmente è intitolato Toast of the Town, ma, a partire dal 25 settembre 1955, assume la denominazione definitiva. È il programma di varietà più visto negli Stati Uniti tra gli anni Cinquanta e Settanta. Il più seguito della domenica sera, negli anni drammatici delle battaglie per i diritti civili, con più di 50 milioni di americani incollati settimanalmente davanti al televisore. Il film sottolinea i valori ricevuti da Ed. I genitori (Peter Arthur Sullivan ed Elizabeth F. Smith) gli insegnano a rispettare le persone a prescindere dalla loro origine. Utilizzando la tecnologia vocale basata sull’Intelligenza artificiale di Respeecher, il film resuscita letteralmente la voce di Sullivan per narrare la sua storia. Il documentario comprende le testimonianze di musicisti come Ringo Starr, Bruce Springsteen, Ice-T e il fondatore della Motown Berry Gordy.
Fisico imponente e volto apparentemente inespressivo, Ed Sullivan arriva per caso alla conduzione televisiva. Dopo la carriera di cronista sportivo diventa editorialista di Broadway per il The New York Daily News, dove la sua rubrica, Little Ole New York, lo conduce nell’universo del teatro newyorkese. Nel 1948 gli giunge una proposta a cui non può dire di no: inventare, letteralmente, una trasmissione d’intrattenimento per la pioneristica tivù americana. Le prime critiche sulla sua conduzione monocorde lo stroncano irrimediabilmente. Ma il presentatore non si dà per vinto e va avanti, acquisendo sicumera e autorevolezza. Così, s’improvvisa talent scout e decide di scovare gli artisti nel posto che conosce meglio: Harlem (New York), il luogo natio. È lì che, nonostante, il feroce razzismo dell’epoca, va a cercare musicisti nei teatri di varietà di Harlem. Ed Sullivan è il primo a portare in tivù Nat King Cole. Lo chiama all’indomani dell’agguato teso dai suprematisti bianchi che nel 1956 lo buttano giù dal palco di Birmingham (Alabama). Nel suo programma il presentatore si batte, in particolare, per ospitare Harry Belafonte. Un personaggio di culto: cantante strepitoso ma sgradito al potere televisivo per l’impegno politico al fianco di Martin Luther King. Ma Sullivan fa debuttare anche numerosi artisti della Motown, la mitica etichetta di Detroit, lanciando Diana Ross, i Temptations e Smokey Robinson. Ma l’Ed Sullivan Show non è solo musica. Nel programma ottengono una straordinaria notorietà anche future stelle come gli attori Dean Martin, Jerry Lewis e Dick Van Dyke. Un fatto è evidente: il racconto di Jenkins, esperto di cultura popolare, non è una stanca agiografia di Ed Sullivan. Ne emerge un quadro di uomo complesso, persino contraddittorio. Il conduttore che si oppone al razzismo non sa dire di no alle pressioni della lista nera anticomunista di Red Channels, denunciando artisti con presunte simpatie di sinistra. Per ragioni diverse, sono numerose le stelle che vengono bandite dallo show: dai Doors ai Rolling Stones, da Bob Dylan a Buddy Holly. Ma questa è un’altra storia.
(*) La prima foto, tratta dall’archivio della Cbs, ritrae Ed Sullivan insieme ad Harry Belafonte
(**) La seconda foto, tratta dall’archivio dell’Ed Sullivan Show, ritrae George Harrison, Ringo Starr, Ed Sullivan, John Lennon e Paul McCartney
di Andrea Di Falco