venerdì 12 settembre 2025
Nella bellissima Sala degli Stemmi, domenica 14 settembre, al Palazzo della Curia vescovile di Melfi si terrà la mostra curata dal critico d’arte Mauro Di Ruvo “Aisthesis, tra la fede e la ragione”, con le opere dell’artista lucano Antonio Telesca, originario di Acerenza e ormai attivo da più di cinquant’anni a Forenza, una cittadina arroccata nell’entroterra lucano da cui è possibile scorgere il magnifico panorama pugliese delle Murge, per questo nota anche come “Balcone delle Puglie”.
È proprio da questo balcone che si affaccia l’atelier dell’artista, il “laboratorio demiurgico – come lo ha definito più volte Di Ruvo – che ha plasmato il nuovo genere di arte astratta. Il nuovo astrattismo anima lucana” afferma il famoso critico, compiaciuto dell’occasione di mostrare al pubblico di chi verrà ad assistere, “come la fede e la ragione siano due facce di uno stesso amuleto antico che l’umanità ha a volte dismesso e a volte ricolto da terra abbandonato”.
“Aisthesis, tra la fede e la ragione” è infatti il titolo di questa mostra che è stata voluta e organizzata anche dalla lungimiranza del vescovo Monsignor Ciro Fanelli e del cancelliere Monsignor Ciro Guerra, in collaborazione col noto critico d’arte. Nel titolo si ravvede il tentativo di riunire nel dogma umano, l’inconciliabilità della fede e della ragione. La tecnica dell’acrilico policromo, talora smaltato talora sbalzato, afferma Di Ruvo, impregna quasi come una serie di antichi ideogrammi astrali la vista dello spettatore, che si sovraccarica di plurime sensazioni tattili ed emotive che rendono quello di Telesca un nuovo genere sacro astratto.
“L’Aisthesis occupa qui una sede meno laica di quella che finora le additato la tradizione pittorica accademica – spiega Mauro Di Ruvo – Potremmo dire che quella di Telesca è una aisthesis meno kierkegaardiana, e più leopardiana, concepita come senso sacro universale. L’esercizio di Telesca è un sacerdozio dell’immagine morale che deve perturbare nella coscienza la contingenza della vanitas, la fuga delle cose terrene”.
L’evento è stato patrocinato dallo stemma della Diocesi di Melfi- Rapolla-Venosa, nonché dal Comune di Melfi nella persona del sindaco Maglione, che sarà presente all’evento al tavolo dei relatori. Al tavolo siederà anche il dottor Donato Festino, psichiatra e psicoterapeuta di Palazzo San Gervasio, che si occuperà della questione “L’uomo tra arte, psicologia e fede”, un lato inedito finora trascurato dalla critica d’arte e dalle istituzioni, e per questo promosso fortemente da Di Ruvo. Molteplici sono anche gli enti, le associazioni e le istituzioni che hanno aderito, tra i quali la Pro Loco di Melfi insieme all’Archeo Club Italia sezione Melfi, la testata giornalistica Lanterna di Roma, lo Studio Legale Improda, la Galleria Opera e Arti di Matera, e Forentum Restaurant Orto Suite di Lavello, e molte altre ancora.
L’inaugurazione dell’evento sarà nella stessa Sala Stemmi domenica 14 settembre alle ore 18.00 con ingresso gratuito e aperto a tutti.
di Redazione