Venezia 82, da un “Frankenstein” visionario alla politica globale

martedì 2 settembre 2025


La quarta e la quinta giornata della 82ª Mostra del cinema di Venezia confermano la vocazione del festival come spazio di riflessione culturale e politica, dove l’immaginario si intreccia con le urgenze del presente. Tra rivisitazioni gotiche, indagini sul potere e racconti familiari, il Lido si anima di storie potenti e visioni d’autore. Tra i titoli più attesi e discussi in Concorso, Frankenstein di Guillermo Del Toro ha catalizzato l’attenzione nella quarta giornata. Il regista premio Oscar reinterpreta in chiave visionaria il romanzo di Mary Shelley, immergendolo in atmosfere dense, tra sperimentazione estetica e tormento esistenziale. Oscar Isaac veste i panni del Dottor Frankenstein, Jacob Elordi è la creatura, Mia Goth interpreta Elizabeth Lavenza, amata dal protagonista, mentre Christoph Waltz è un ambiguo mercante d’armi e Felix Kammerer il fratello minore dello scienziato. Una produzione ambiziosa che punta a riscrivere l’archetipo del mostro e del suo creatore, interrogandosi sul confine tra etica e scienza.

Presentato in Concorso anche Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, mentre Fuori Concorso si sono fatti notare la favola nera The Last Viking e La valle dei sorrisi, horror italiano diretto da Paolo Strippoli e interpretato da Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano. Nella quinta giornata, il Concorso prosegue con Le Mage du Kremlin di Olivier Assayas, un audace ritratto del potere contemporaneo ispirato alla figura di Vladimir Putin. A interpretarlo, Jude Law, che ha scelto un approccio misurato e riflessivo: “Non temo ripercussioni. Questo film non è una provocazione, ma una riflessione su un uomo all’interno di una storia molto più grande”, ha dichiarato. Sempre in Concorso, Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch affronta i legami familiari in un’opera corale con Cate Blanchett, Adam Driver, Tom Waits e Charlotte Rampling.

Il film, dalle atmosfere rarefatte e intimiste, è accompagnato da una polemica legata alla distribuzione. Jarmusch, commentando i legami tra il distributore Mubi e fondi di investimento associati all’industria bellica, ha espresso sconcerto: “Tutti i soldi corporate sono sporchi, ma non voglio rinunciare a fare cinema. Questo tema spetta a Mubi, non a noi”. Il Fuori Concorso accoglie Nuestra Tierra di Lucrecia Martel, documentario che restituisce dignità e memoria alla figura dell’attivista argentino Javier Chocobar, ucciso nel 2000 mentre difendeva i diritti della sua comunità indigena. Andrea Di Stefano firma Il maestro, storia ambientata negli anni Ottanta e incentrata su un giovane talento del tennis e sul suo allenatore disilluso, interpretato da Pierfrancesco Favino. A fare notizia, sabato 30 agosto, anche la grande manifestazione per la Palestina che ha attraversato i luoghi della Mostra: gli organizzatori parlano di circa migliaia di partecipanti, a conferma che il festival continua a essere crocevia di cultura, politica e partecipazione.

(*) Le foto di Guillermo Del Toro, Oscar Isaac e Gianfranco Rosi sono di Jacopo Salvi (La Biennale di Venezia)


di Paolo Ricci