“Calle Málaga”, Carmen Maura: un faro di indomita vitalità a Tangeri

martedì 2 settembre 2025


Vedere Carmen Maura alla Mostra del cinema di Venezia è un’emozione che rievoca ricordi indelebili. Penso al 1988, quando, ancora bambina, la vidi attraverso la tivù, sbarcare al Lido con il cast di Donne sull’orlo di una crisi di nervi, portando il ciclone colorato e dissacrante di Pedro Almodóvar in una Laguna (e me stessa) che ne fu subito conquistata.

A quasi quarant’anni di distanza, quel cinema forse non c’è più, ma l’energia della Maura è la stessa di sempre. Oggi, l’attrice torna protagonista alla 82ª Mostra del cinema, illuminando la sezione Venezia Spotlight con un ruolo intenso e toccante nel film marocchino Calle Málaga di Maryam Touzani. L’attrice interpreta María Ángeles, una settantanovenne spagnola che vive ormai sola a Tangeri, una delle ultime vestigia di quella generazione che, intollerante al franchismo, emigrò cercando futuro sulle coste del vicino Marocco. La sua è un’esistenza scandita da una routine serena, fatta di piccole abitudini – l’ascolto del suo disco preferito, la cura dei gerani, i saluti ai negozianti del quartiere – e intrisa della luce di un luogo che ama profondamente e che la ama a sua volta. Questo equilibrio, però, è destinato a frantumarsi quando la figlia, arrivata da Madrid, le annuncia di voler vendere l’appartamento per far fronte alle difficoltà economiche del suo divorzio.

Quella casa, però, non è un semplice insieme di mura: è l’archivio di una vita intera, il simbolo stesso della libertà di María. Ma di fronte alla prospettiva di essere sradicata, però, María non si arrende. La sua non è una mera battaglia materiale, ma un’affermazione di dignità, un riscatto contro le privazioni subite. Ed è proprio dal fondo della disperazione che scaturisce il cambiamento: nel momento in cui tutto sembra perduto, la vita la sorprende, regalandole un amore inaspettato e una sensualità che la sua età, secondo i canoni sociali, non dovrebbe più conoscere.

Calle Málaga è un’opera profondamente personale per la regista Maryam Touzani, nata dal bisogno di riannodare i fili dei propri ricordi. Il film è intriso di note autobiografiche, prima fra tutte l’omaggio alla nonna spagnola della regista, che visse proprio a Tangeri. Attraverso la storia di María, Touzani non si limita a raccontare una vicenda familiare, ma ritrae un’idea di invecchiamento combattiva e vibrante, in netto contrasto con gli stereotipi imposti dalla società. Carmen Maura è – come sempre – semplicemente magnetica nel dare corpo e anima a questa donna forte e fragile, testarda e piena di grazia. La sua interpretazione è il cuore pulsante di un film delicato e potente, che parla di radici, memoria e del diritto irrinunciabile a vivere ogni stagione della vita con passione. Un ritratto intimo e universale, un potente inno alla famosa resilienza, che lascia lo spettatore commosso e profondamente ispirato.


di Mariagrazia Gallù