Che cosa vediamo quando leggiamo

martedì 26 agosto 2025


Peter Mendelsund è un creativo che lavora presso alcune importanti case editrici. Grazie alla sua professione di grafico e di direttore creativo di Pantheon Books, le sue creazioni sono ricche di idee e di fantasia. Un’esperienza che ha riversato nel volume Che cosa vediamo quando leggiamo.

Il volume di 430 pagine ha una veste editoriale molto accurata ed elegante. Il testo è stampato con caratteri grandi ed è inframmezzato da moltissime immagini, disegni, schizzi, giochi di luce che ne sono il supporto e la parte preponderante. Immagini e testo sono strettamente complementari. Lo scopo dell’autore è quello di renderci coscienti che la lettura non è un’attività passiva. Esiste una forte cooperazione fra l’autore ed il lettore che attiva il campo senza confini dell’immaginazione che gioca un ruolo importantissimo nella lettura. Secondo la scorrevole spiegazione dell’autore, non “vediamo” il libro che è filtrato non solo dall’attività della lettura, ma soprattutto dall’attivazione dell’immaginazione che ricrea la ricezione dei significati del testo sulla base delle esperienze acquisite dai lettori nel corso della loro vita e dal bagaglio culturale acquisito. Il tema è stato trattato dal nostro Umberto Eco nel suo testo Lector in fabula dimostrando che il libro non è un oggetto inerte e meccanico. La fruizione del libro implica l’attivazione di tutte le capacità percettive dei lettori.

Mendelsund dimostra di aver compreso profondamente questa affermazione. Inizia le sue argomentazioni ponendo in primo piano l’immaginazione (pagine 2 e 8) che si regge e si sviluppa sul piano dei ricordi, molti dei quali sono falsi e costruiti nel corso della vita a scopo difensivo (pagina 9). Insomma, un libro viene ricordato come un flusso continuo di immagini (pagina 11).

Ci viene dimostrato che nessun autore ci offre una precisa descrizione dei personaggi dei libri. Le omissioni rendono più ricche le narrazioni lavorando sulla differenza fra vedere e comprendere (pagina 34) e che “più che vedere sentiamo” (pagina 39). Segue la disamina di una fitta galleria di personaggi letterari con il supporto di moltissime illustrazioni dalla grafica complessa e ricca di fantasia. L’autore dimostra con efficacia che l’intreccio fra lettura e immaginazione ci fa ricordare un libro come se avessimo visto un film (pagina 53).

Quando leggiamo poniamo il mondo fuori e ci troviamo in molti luoghi nello stesso momento (pagina 61), giochiamo in anticipo immaginando cosa avverrà più avanti. Anche qui l’autore evidenzia la differenza fra vedere e capire dal momento che il contesto fa variare il valore delle parole. In definitiva, sono gli scrittori che dettano le regole di lettura e di immaginazione (pagina 125). 

Mendelsund ci fa notare che quasi sempre le azioni dei personaggi precedono la loro descrizione che diventa marginale perché finisce per essere determinante il momento in cui l’azione stessa accade (pagina 129). Vedere e ricordare sono pertanto attività differenti. Quando leggiamo immaginiamo di vedere (pagina 163) evidenziando che la visibilità è spesso confusa con la credibilità: una affermazione che dice molto sui processi di diffusione delle notizie false nel mondo contemporaneo. Questo spiega perché le diverse modalità narrative non modificano il modo in cui vediamo. I luoghi, le persone, le cose passano in secondo piano soppiantati dal loro “significato” (pagine 283-284). Conta il profilo accennato e non il dettaglio (pagina 418). La lettura implica il ricorso alla sinestesia quando vediamo un suono, udiamo un colore, annusiamo un panorama (pagina 307). Il libro prosegue il viaggio con l’intreccio fra immagini e testo narrativo mediante un’attività sensoriale che ha un’ampiezza maggiore di quella che usualmente ci aspettiamo con la lettura.

Il testo di Mendenlsund è un oggetto dalla grafica raffinata a partire dal taglio minimalista della copertina nera dove è riprodotto un buco della serratura iridescente. Un invito a guardare oltre, dentro gli eventi iniziando un percorso sensoriale e intellettivo di lettura e di interpretazione.

Siamo di fronte ad un libro che spiega gli oscuri processi cognitivi. Può considerarsi anche un valido strumento per gli operatori sociali e anche per gli interrogatori di polizia. La lettura e la visualizzazione di questo gioiello di immaginazione di riflessioni ci cambia il modo di leggere e di capire il mondo.

(*) Che cosa vediamo quando leggiamo di Peter Mendelsund, Corraini Edizioni (2024), 430 pagine, 23 euro


di Manlio Lo Presti