Nanda Vigo, la sacerdotessa della luce

mercoledì 6 agosto 2025


Questo denso libro racconta l’itinerario artistico e spirituale di Nanda (Fernanda) Vigo, una delle più originali protagoniste dell’arte italiana. Il periodo trattato dal testo parte dagli anni Sessanta nella Milano delle avanguardie fino agli anni Novanta. In questo trentennio l’Italia vive una vivacissima stagione artistica di creatività e di idee a una velocità vertiginosa. Il libro è suddiviso in tre capitoli e un’appendice fotografica di cinquantasei immagini che costituisce un supporto importantissimo a un testo ricco di contenuti culturali e storici sull’arte contemporanea italiana. L’autrice racconta i rapporti che Nanda Vigo intrattiene con numerosi intellettuali italiani e mondiali. La sua formazione inizia in Germania, partecipa a numerosi gruppi artistici di tendenza del tempo. Sia pure all’interno di una vasta varietà di stimoli e di esperienze culturali vissute, la Vigo è analizzata per la sua costante ricerca delle potenzialità della luce e della sua interazione con lo spazio, sperimentando tentativi di distacco dalla cosiddetta realtà alla quale oppone una realtà ricostruita con materiali di serie, senza disdegnare il lavoro artigianale. La manualità umana conserva la sua profonda valenza simbolica anche all’interno di sperimentazioni e di nuove tendenze.

Un ruolo importante viene riconosciuto al restauro e soprattutto alla valorizzazione di reperti artistici antichi magari con una chiave di lettura diversa. Molto in questa prospettiva è stato compiuto nella rivitalizzazione della città di Gibellina totalmente rasa al suolo dal terremoto. La rinascita costituì un’occasione per porre in pratica idee e tecniche artistiche da parte di numerosi artisti, architetti e tecnici in questo inedito laboratorio a cielo aperto. L’esperimento di Gibellina e in buona parte del suo percorso Nanda Vigo mostra attenzione alle strategie di conservazione dell’antico con la rilevazione di tracce antropomorfe nella realizzazione dell’Arco normanno visualizzato nella foto 31 e 32. Molto ampio è il suo contributo per il ripensamento in materia di ristrutturazioni d’interni con metodi e visioni diverse che vedono protagonista la luce nelle sue infinite varianti. Oltre gli spazi classici museali finora conosciuti, i luoghi aperti sono un’ulteriore occasione di lavoro e di riflessione. L’arte contemporanea si estende ad altre realtà e a spazi alternativi. In questa variazione di lavoro le nuove tecnologie e la ricerca di nuovi materiali sono fattori fondamentali per la produzione artistica in continua mutazione. Non è più sufficiente che l’artista padroneggi una propria tecnica da utilizzare in diverse varianti nel corso della sua produzione creativa. L’artista deve acquisire nuove tecniche e valutare tempo per tempo la loro valenza grazie ad un continuo lavoro di intuizione e di attentissima osservazione del mondo esterno. Elena Gradini racconta per tutto il testo il grande lavoro invisibile che consente la realizzazione di opere elaborate con tecniche d’avanguardia o con l’aggiornamento di ipotesi di lavoro con vecchi presupposti.

Durante la lunghissima e complessa attività intellettuale, Nanda Vigo lavora per il coinvolgimento del visitatore. Il fruitore dell’opera d’arte agisce attivamente nella esplorazione e nella visione del lavoro artistico attraverso azioni sensoriali, prima fra le quali quella della percezione della luce nelle sue più ampie sfaccettature. I visitatori non passano e guardano passivamente come accade ancora oggi nei musei tradizionali. Lo spettatore-visitatore attiva i sensi e il suo corpo in movimento di fronte all’opera d’arte, e sempre più agendo all’interno della struttura dell’opera stessa. L’arte della luce, ideata e costruita metodicamente nel corso del tempo, ha lo scopo di produrre prospettive sensoriali nuove tra le quali anche lo spaesamento del visitatore. Di grande interesse l’intervista con quattro domande che Marco Meneguzzo rivolge a Nanda Vigo. Lo scambio di opinioni è un gioiello di sintesi e di descrizione attenta su come nasce un atto creativo.

Interessante ciò che la Vigo dice intorno all’uso dei dispositivi informatici che non sono in grado di provocare atti di creazione degni di nota. Nanda Vigo ha avuto contatti con i maggiori protagonisti dell’avanguardia artistica italiana e mondiale, fra i quali i più noti sono Lucio Fontana e Giò Ponti. Per agevolare la comprensione del testo ricco di notizie e di analisi, il libro è corredato da una galleria di cinquantasei immagini che ne completano la comprensione. Il terzo capitolo è dedicato alla realizzazione dell’Archivio Nanda Vigo come luogo della memoria di un vastissimo itinerario culturale, di riflessione, di ricerca e di sperimentazione da parte di una delle più interessanti intellettuali del nostro tempo. Di grande utilità sono la cronologia delle mostre, la bibliografia e la sitografia per consentire un uso successivo del libro come strumento di lavoro e di indagine sia per i lettori che per gli specialisti.

(*) Arte & Design. La produzione artistica di Nanda Vigo di Elena Gradini, prefazione di Elena Pontiggia, Luoghi Interiori 2024, 122 pagine, 17,10 euro

(**) La foto in cui è ritratta Nanda Vigo è opera di Ruven Afanador


di Manlio Lo Presti