martedì 27 maggio 2025
Il testo che Antonella Colonna Vilasi ha scritto sul nazismo va assolutamente letto. L’autrice racconta i modi organizzativi con i quali i nazisti cercarono di sconfiggere fino all’annientamento gli avversari o coloro che ritenevano non meritevoli di vivere: zingari, ebrei, malati. Lo consiglio, non soltanto per la compattezza analitica, tutta narrativa, documentatissima, ma anche per una verità trascurata o dimenticata: l’uomo di una società civilissima quale era ed è la Germania può imbestiarsi. Addirittura l’ingegno, l’invenzione li sforza per uccidere l’uomo. Antonella Colonna Vilasi descrive personaggi conosciuti, rianimandoli nella loro degradante operosità diabolica. Necessario conoscere queste vicende di un non lontano passato: nel momento in cui si eccitano le persone all’odio verso l’altro, il nemico quale responsabile delle nostre vicissitudini, precipitiamo nella vendetta inferocita accusatoria avverso i presunti responsabili delle nostre sventure. Sappiamo che per i nazisti la radice dei mali erano gli ebrei, ai quali si aggiungevano malati, zingari, razze ritenute di scarto, mentre loro, i tedeschi, si ritenevano gli “eletti”.
Questa leggenda inorgogliva i derelitti tedeschi, li stimolava a una ripristinata vittoria; con il diritto della razza eletta, sormontando la disfatta della Prima guerra mondiale e la crisi economica dovuta al 1929 in America. Riarmo e guerra divennero gli scopi dei nazisti e di moltissimi tedeschi. Antonella Colonna Vilasi si muove ad agio sicuro nella boscaglia dei vari organi che esercitavano controllo e sterminio. E rappresenta, dicevo, i personaggi, tutt’altro che amici. Tutti sotto il pugno di Adolf Hitler: da Hermann Göring ad Heinrich Himmler, Rudolf Diels, Wilhelm Canaris, Adolf Eichmann, Reinhard Heydrich, Ernst Röhm, Ernst Kaltenbrunner, solo alcuni. L’uccisione dei militanti seguaci, SA, di Röhm, è un esempio di inganno mortale, la indifferenza di Kaltenbrunner nell’osservare come si potevano al meglio uccidere gli imprigionati ferma il sangue. Ripeto, attenzione, erano uomini colti, amanti delle arti, Heydrich, un violinista, Göring, un collezionista, Hitler strasentiva per Richard Wagner. Ma la convinzione che soltanto armandosi e vincendo la guerra, anzi volendo la guerra in quanto armati, avrebbe consentito ai tedeschi di prevalere li trasse nella rovina rovinando mezzo mondo. Bisogna riconoscere l’altro, se indispensabile, combatterlo, ma non rendere indispensabile la guerra perché vogliamo vincerlo. Attenzione alle armi, se potenziamo l’economia con le armi, bisogna usare le armi, e l’uso delle armi è la guerra. Faccenda serissima che richiede gente seria. Insorge il disprezzo verso chi si aggira incautamente nella voglia di guerreggiare e aver bisogno del “nemico” per traffici, occultare i problemi reali, accattivare seguito come difensore del popolo.
(*) Il Sicherheitsdienst (Sd). Il servizio informazioni e intelligence delle SS di Antonella Colonna Vilasi, Editore Carabba 2025, 188 pagine, 25 euro
di Antonio Saccà