giovedì 8 maggio 2025
Un vero e proprio dizionario, 284 voci, da ageismo a blackwashing, da cisgender a deplatforming, da eco-ansia a femminismo intersezionale, da hate speech a islamofobie, da medicalizzazione a no wash, da quote blu, nere e rosa a ricchione, da sostenibilità a transrazziali, da ungendered a woke people. È il nuovo libro di Filippo Facci, il Dizionario politicamente (s)corretto. Dalla cancel culture a Donald Trump.
“Migliaia di parole sempre più stupide, incomprensibili e faticose” ci vengono imposte in questo nuovo linguaggio creato da un wokismo dilagante e sugellate come verità assolute. Fauci le smentisce una ad una mostrandone tutta l’inconsistenza e parzialità.
Nella premessa scrive: “Non guarda veramente dentro le cose chi non guarda dentro le parole e chi guarda dentro le parole è condannato a combatterle” perché capire le parole soprattutto quando vengono distorte è indispensabile anche quando non ci piacciono.
Una battaglia per la libertà, quella di pensiero e quindi di parola: se certe cose non si possono dire è impossibile anche pensarle, e chi controlla il pensiero controlla e modifica la realtà. Le parole sono da sempre un’arma a doppio taglio perché capaci di generare libertà come di cancellarla. Per questo Facci affianca anche termini e concetti che sono diventati impronunciabili, che ci vergogniamo persino di pensare, ma che fanno inevitabilmente parte della nostra realtà.
di Redazione