“Elettra” di Andò inaugura la stagione a Siracusa

mercoledì 23 aprile 2025


Una figura consumata dall’attesa, incatenata a un dolore che si fa identità: è l’Elettra di Sofocle a inaugurare il 9 maggio il 60° ciclo di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa. A interpretare il ruolo della protagonista sarà Sonia Bergamasco, al suo debutto nella storica cavea siciliana, mentre la regia porta la firma di Roberto Andò, alla sua prima prova con la tragedia sofoclea. “Un personaggio che ci è molto vicino – racconta il regista – che ha una sensibilità indomabile, conosce la furia e agisce guidata dalle emozioni. Antigone è guidata da una razionalità a tratti feroce e fredda, al contrario Elettra…”. L’eroina, privata della sua condizione di principessa e ridotta alla servitù nella stessa casa dove fu ucciso il padre Agamennone, incarna un dolore che non si spegne, che si trasforma in grido e in canto funebre, in attesa di giustizia. “Lasciate che io sia pazza – dice – Io non smetterò mai i miei canti di lutto, i miei cupi lamenti, finché vedrò le luminose scie degli astri”.

Andò, reduce dai successi cinematografici de La stranezza e Labbaglio, affronta per la prima volta un testo che definisce essenziale nella struttura e assoluto nella tensione drammatica. “Da Eschilo a Euripide – osserva il regista – il teatro greco attraversa i conflitti interni alla famiglia, ma qui invece c’è solo Elettra”. Il cuore della tragedia è un’attesa: quella della vendetta, della ricomposizione violenta di un ordine infranto, ma anche quella di una presenza salvifica, incarnata nel fratello Oreste, creduto morto. E quando Oreste fa ritorno e uccide Clitennestra e il suo complice Egisto, l’equilibrio si ricompone solo formalmente. La vendetta è consumata, ma “il dolore rimane, inchioda Elettra ai ricordi della faida tribale e della malvagità della madre”. Il tragico si fa circolare, non risolutivo: il lutto resta e si radica. A firmare la scenografia è Gianni Carluccio, che ha scelto di rappresentare l’isolamento della protagonista ai piedi di un palazzo che diventa emblema di morte e decadenza. I costumi, concepiti da Daniela Cernigliaro, confermano l’intento di Roberto Andò di collocare l’azione in un tempo sospeso, fuori dalla storia. “Non dimentichiamo – aggiunge il regista – che quella del mondo antico è l’invenzione di una tradizione, nessuno può sapere come i greci mettevano in scena le loro tragedie. Tutto è stato inventato”.

Le musiche originali sono di Giovanni Sollima, con Sonia Bergamasco al pianoforte in scena. “La musica è stato negli anni l’unico conforto di Elettra”, spiega il regista, sottolineando il valore espressivo e interiore della partitura. Completano il cast Roberto Latini, Danilo Nigrelli, Silvia Ajelli (Crisotemi), Anna Bonaiuto (Clitennestra), Roberto Trifirò, Rosario Tedesco e Simonetta Cartia. Nel frattempo, Andò si prepara alla stagione estiva, annunciando la pubblicazione del suo nuovo libro, Il coccodrillo di Palermo, e riflettendo sul futuro della sua ricerca artistica. “È un abbaglio quello di Tony Servillo che pensa che i due improbabili garibaldini si siano redenti”, aveva detto parlando del suo ultimo film. Ma ora, tutto è concentrato su Elettra: un personaggio che torna a vivere sulla scena per interrogare il nostro presente. “L’immaginazione va governata – conclude Andò – non deve mai essere una fase di anarchia”.


di Redazione