La polemica di Liliana Cavani: “Salviamo il cinema dalla tivù”

giovedì 13 marzo 2025


Liliana Cavani lancia un appello in favore del cinema in sala. La regista, premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia del 2023, promuove orgogliosamente una polemica di natura artistica. L’occasione è dettata dalla presentazione del festival “Custodi di sogni – I tesori della Cineteca nazionale” (31 marzo-6 aprile). La cineasta 92enne, dall’ex aula magna del Centro sperimentale di cinematografia, esorta i presenti. “È inutile – afferma – che il Centro continui a creare professionalità se poi il cinema va a finire in tivù. Il futuro obbligherà ancora di più la gente a vedere i film in casa e così andrebbe fatta una campagna seria contro tutto questo”. Liliana Cavani pronuncia l’endorsement in favore del cinema alla presenza di Gabriella Buontempo, presidente Fondazione Centro sperimentale di cinematografia; Steve Della Casa, conservatore del Csc – Cineteca nazionale; Adriano De Santis, direttore del Csc – Scuola nazionale di cinema. Per l’autrice del Portiere di notte, madrina di questo nuovo festival, “il cinema è come un’opera teatrale, va visto insieme ad altre persone per poi parlarne. Insomma, il cinema è importante, dovrebbe essere proibito stare in tivù tutte le sere. La serie tivù non può vincere, la vera cultura la fa il cinema e un vero regista non fa la serie che è una cosa contro il cinema”.

La neo presidente Gabriella Buontempo ricorda come questa iniziativa, e non solo, anche in occasione dei novant’anni del centro, sia mirata “a dare sempre più il tesoro della cineteca agli italiani. Questa è la culla del nostro cinema dove c’è il passato, il presente e il futuro”. E annuncia il potenziamento “della nostra cineteca con l’apertura di una nuova sede a Cagliari specializzata in musica da film”. Steve Della Casa parla poi di alcune delle iniziative di questo nuovo festival che prevede incontri, convegni e restauri. “Ci saranno incontri con Vittorio Cecchi Gori, Flavio De Bernardinis, Luca Verdone e Celeste Dalla Porta e poi il convegno C’erano una volta i cineclub che racconta questo fenomeno negli anni Settanta”. Tra gli altri appuntamenti, un omaggio a Mario Verdone, un incontro su Marco Ferreri e la censura e un altro il 2 aprile con la madrina del festival Liliana Cavani. Quanto alle nomina alla presidenza della fondazione, dice Buontempo: “Forse la mia fortuna è stata quella che non ho cercato questa presidenza e mi è letteralmente caduta addosso. Quando l’ho saputo sono rimasta basita, ho un po’ la sindrome dell’impostore”, sottolinea scherzando. “Ho una casa di produzione e un socio a cui comunque avrei dovuto parlare. Ma giovanissima ero già assistente di Lina Wertmuller, ho imparato tutto da lei e sono entrata al centro proprio come sua assistente”. Infine, tra i ricordi di Cavani legati al centro dove ha studiato regia, “c’era in quegli anni anche Marco Bellocchio che studiava però da attore. Allora prendevo un trenino che passava attraverso le mura romane dove c’erano tanti accampati, tanti baraccati. Io venivo da Carpi ed era mia madre ad essere appassionata di cinema dove mi portava sempre la domenica pomeriggio. Lei amava i film d’amore, io invece quelli di storia, ma poi – conclude la regista – riuscii a vedere quegli autori che non arrivano nella mia città come Ingmar Bergman, Robert Bresson e Carl Theodor Dreyer”.


di Eugenio De Bartolis