venerdì 7 febbraio 2025
Bille August firma una convincente trasposizione della storia di Edmond Dantès. La miniserie franco-italiana in otto puntate, tratta dal celebre romanzo di Alexandre Dumas padre, Il conte di Montecristo, scritta da Sandro Petraglia, Lorenzo Bagnatori, Eleonora Bordi, Michela Straniero e Greg Latter, è andata in onda su Rai 1 per quattro serate, dal 13 gennaio al 3 febbraio, registrando un grande successo, con una media di 5 milioni di spettatori. La regia è opera di un autentico maestro del cinema, il 76enne cineasta danese, due volte vincitore della Palma d’oro a Cannes: nel 1988, con Pelle alla conquista del mondo, tratto dal romanzo di Martin Andersen Nexø (che vince anche l’Oscar al miglior film straniero); e nel 1992, con Con le migliori intenzioni, tratto da una sceneggiatura autobiografica di Ingmar Bergman. La realizzazione della miniserie è frutto di una co-produzione di Palomar, in collaborazione con Demd Productions, France Télévisions, Mediawan Right, Entourage Media e Rai Fiction.
Com’è noto, le vicende narrate sono ambientate nel 1815, a Marsiglia. Il contesto storico è importante: Napoleone Bonaparte è confinato all’Isola d’Elba e gli anti-monarchici sono ricercati come traditori. Edmond Dantès (un tormentato Sam Claflin) è un giovane marinaio che si trova a bordo della nave Pharaon quando, nel corso di una tempesta, il capitano morente gli affida il comando dell’imbarcazione e una lettera confidenziale da consegnare a Parigi. Grazie alla sua guida, la nave riesce ad approdare a Marsiglia. Al suo arrivo, Dantès riceve la gratitudine dell’armatore Pierre Morrel (un commovente Nicholas Farrell) per l’impresa e ritrova gli affetti: l’amata Mercédès (un’altera Ana Girardot) e il vecchio padre Louis (un tenero Roger Sloman). Ma il suo successo provoca le invidie di Danglars (un mefistofelico Blake Ritson), che ambisce alla promozione da scrivano di bordo a capitano, e di Fernand Mondego, in seguito conte de Morcerf (uno sprezzante Harry Taurasi), innamorato di Mercédès. I due, nella locanda di Gaspard Caderousse (un convincente Jason Barnett), complottando per sbarazzarsi di Edmond, scrivono una lettera anonima che giunge al sostituto procuratore del re, Gérard de Villefort (uno spietato Mikkel Boe Følsgaard) che accusa ingiustamente il giovane e lo fa imprigionare nel Castello d’If. Nelle segrete del carcere Edmond conosce l’abate Faria (un ispirato Jeremy Irons), suo vicino di cella. Un incontro che cambia per sempre il suo destino di Dantès, consentendogli di evadere dopo quindici anni di prigionia. A quel punto, Edmond diventato il misterioso conte di Montecristo medita di realizzare, con ogni mezzo, la sua vendetta.
Nel cast spiccano anche tre attori italiani: una fascinosa Gabriella Pession che dà il volto a Hermine Danglars; un sorprendente Michele Riondino che veste i panni del fedele Jacopo; un divertito Lino Guanciale, che interpreta il doppio ruolo del bandito Luigi Vampa e del conte Spada. Tutti i personaggi sono ben sviluppati. Ad eccezione di Haydée (una dolente Karla-Simone Spence), la protégée del conte di Montecristo. Nel romanzo, dove riveste un ruolo centrale, alla fine decide di viaggiare insieme al protagonista. Nella miniserie, invece Haydée, compiuta la vendetta nei confronti del conte de Morcerf, esce di scena da donna libera. Un’altra modifica rilevante attiene al personaggio di Caderousse, che per riscattare la propria ignavia, viene assoldato dal conte di Montecristo per trovare informazioni sui nemici. Il nuovo adattamento televisivo del capolavoro di Dumas, per quanto sia curato in ogni dettaglio, non sempre aderisce fedelmente al romanzo. La scrittura, assolutamente attuale, è permeata dal tema universale e sempiterno dell’ingiustizia. D’altro canto, il ritmo è volutamente compassato. In una narrazione d’altri tempi, molto complessa e articolata, viene fatto un uso austero e opportuno del flashback. Si tratta di brevi inserti utili a seguire i subplot.
di Andrea Di Falco