Sanremo, Conti: “Nessuna pressione su Big, ne avrei voluti 36”

martedì 21 gennaio 2025


“Avevo detto che avrei fatto un festival con 24 brani in gara, poi ne ho scelti 30, ma almeno altri 6 potevano entrare nella lista”. Carlo Conti sostiene di “non aver subito pressioni da parte delle case discografiche”. Il direttore artistico e conduttore fa il punto sul prossimo Festival di Sanremo. A suo avviso, “sono tutti meritevoli e alcune scelte sono orgoglioso di averle fatte, sono mie scommesse. Preferisco un ospite in meno e due o tre canzoni in più. Meno monologhi e più musica”, rivendica il presentatore sottolineando che “se il risultato è una varietà d’interpreti e suoni, credo sia giusto tenerli tutti”. Promette che non ci saranno notti insonni perché “ho introdotto il Dopofestival e voglio finire a un’ora decente, senza infarcire troppo, anche nella serata dei duetti, che entro qualche giorno saranno resi noti. Nessuna rincorsa allo share”.

Poi ricorda Ezio Bosso. “A ogni sera – afferma – ho cercato di dare un sapore diverso: la prima sera è quella con gli amici, perché mi risuonano ancora le parole di Ezio Bosso, uno dei momenti indimenticabili dei miei festival, che ospite all’Ariston disse: la musica è come la vita, si fa insieme. Questa cosa dell’insieme mi è rimasto”. Ma Conti ancora non ha svelato chi lo affiancherà al debutto. Si è fatto anche il nome di Gerry Scotti, ma al momento il volto Rai non ha confermato. “Gerry Scotti è un mio amico come lo sono Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello e tanti altri. Sto ancora cercando di convincerli”. Già convinta e annunciata, invece, la flotta dei co-conduttori per le altre serate: “Mercoledì Bianca Balti, come grande esempio di vita che deve continuare sempre, poi i colori di Cristiano Malgioglio e l’ironia di Nino Frassica. La terza serata sarà nel segno delle donne, con Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa. La quarta serata è tra glamour e ironia con Mahmood e Geppi Cucciari. Sabato è l’appuntamento più istituzionale con Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan. Sono tanti, così lavoro meno io”, scherza Conti, che però dovrà fare i conti con una scaletta che prevede 30 big in gara, più quattro nuove proposte, oltre a co-conduttori e ospiti.

Sui contenuti dei brani, spiega che “non sono state presentate canzoni sulla guerra, ma non è detto che non ne parleremo. Gli artisti hanno preferito raccontare affrontare rapporti personali o interpersonali, forse anche per sfuggire da ciò che di gravissimo succede intorno a noi”. Tanto, tantissimo pop e a farne le spese – oltre al rock – soprattutto il rap. “Moltissimi, anche grandi nomi del rap, si stanno spostando un po’ sul pop: ho scelto tra quello che è stato presentato”. Il festival deve ancora iniziare, ma già qualche polemica l’ha suscitata la scelta del cast. In particolare la presenza in gara di Emis Killa, sfiorato dall’inchiesta ultras di Milan e Inter. “Io non faccio il giudice, io ho scelto la canzone. Quella di Emis Killa, come quella di Fedez o Tony Effe, è meritevole di essere all’Ariston”, si smarca Conti. “A me interessa come si comporterà sul palco, il resto non lo devo controllare io”. Anche Giorgia, testimonial della Tim, sponsor del festival, poteva rappresentare un problema: “Ma il suo contratto termina il 15 gennaio, quindi problema risolto”. Conti, durante il tradizionale pre-ascolto dei brani in gara riservato alla stampa specializzata, ha confermato dopo le indiscrezioni dei giorni passati anche la presenza di Damiano David – proprio il frontman della band di Zitti e buoni, ormai lanciato nella carriera da solista – nella serata del mercoledì. Infine, l’annuncio di Jovanotti nella serata d’apertura.


di Lia Faldini