lunedì 13 gennaio 2025
Il 24 gennaio viene pubblicato l’ultimo disco di un maestro. The Hidden Room – The Last Pieces raccoglie gli inediti del grande Ezio Bosso, scomparso nel 2020 a soli 48 anni. Il volo di un uccello in un tramonto di primavera e la corsa in musica al posto dei passi resi complicati dalla malattia. Muove da queste due storie l’ultimo lavoro discografico che chiude la pubblicazione di tutti gli inediti del compositore, pianista e direttore d'orchestra torinese, voluta dai familiari. Il disco The Hidden Room – The Last Pieces, in uscita da Sony Classical e Buxus Records con gli ultimi brani di musica da camera registrati per la prima volta dopo la revisione accurata delle partiture, vede impegnati quattro grandi solisti in due formazioni: il pianista Francesco Libetta, ormai capofila dell’eredità artistica del grande torinese; il violoncellista e direttore d’orchestra Luigi Piovano, già collaboratore di Bosso come primo violoncello dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia; la violinista Grazia Raimondi e la giovane star del violino Aylen Pritchin.
Tommaso Bosso, nipote del compositore, ha guidato il lavoro di pubblicazione e registrazione dei pezzi che in questi cinque anni ha prodotto tre album per un totale di dieci titoli. Un contributo prezioso per scoprire l’Ezio Bosso compositore, che amava lasciare le sue musiche aperte all’ esecuzione di formazioni diverse, pensate solo per l’immediatezza dell’esecuzione dal vivo. Dopo le prime pubblicazioni realizzate nel giro degli amici e collaboratori più stretti del maestro, l’Associazione Ezio Bosso ha ampliato la cerchia a musicisti italiani ed internazionali affidandosi negli ultimi due anni al gusto e alla eleganza del pianista salentino Francesco Libetta – definito dal New York Times “un poeta aristocratico con il profilo e il portamento di un principe del Rinascimento” – che alla rilettura molto personale dei capolavori del repertorio classico ha unito la sfida di misurarsi come performer, trascrittore e in quest’ultimo album anche direttore artistico del lascito artistico del compositore.
“Bosso – osserva Libetta – concepisce la musica come un evento reale e unico e unico per ogni esecuzione e per ogni ascoltatore. Le sue partiture non vogliono essere progetti astratti di strutture sonore, ma annotazioni che si riferiscono a un fatto sonoro concreto. Nelle sue partiture Bosso ha sempre lasciato qualche cosa di aperto, su cui agiva in corso d’opera, concerto dopo concerto, o durante le registrazioni. Questa musica deve essere indossata da chi la suona, e muoversi dei suoi gesti”. I familiari di Bosso ricordano la genesi dell’album legata a due storie: la prima del 2012 con quel tramonto primaverile e quel volo di uccello da cui nacque Following a Bird, qui proposta nella sua versione originale per pianoforte e violino con l’aggiunta dei due tempi nati con essa ma mai eseguiti prima, che completano l’opera Unconditioned. La seconda storia risale al 2013 quando i suoi “passi” non furono più gli stessi e dovette “imparare a correre” con la musica. La composizione Three Drawings About Missed Steps è dedicata ai dervisci, i discepoli delle confraternite filosofiche islamiche chiamati a distaccarsi nel cammino di ascesi dalle passioni mondane per raggiungere il cielo. Il brano è stato eseguito solo una volta il 9 agosto 2014 nella rassegna Time in Jazz di Paolo Fresu, che ha messo a disposizione la registrazione del concerto. “Che questo sia l’ultimo album di inediti? – osserva Tommaso Bosso – Ad oggi sì, ma Ezio ci ha abituato a tutto. Non si sa mai che da un cassetto salti fuori altro, perché come lui diceva e come continueremo a ripetere tutti noi, Non è mai finita”.
di Lia Faldini