mercoledì 18 dicembre 2024
Prosegue a Palazzo Malagola di Ravenna l’omaggio a Demetrio Stratos, artista visionario e pionieristico che ha rivoluzionato la ricerca vocale negli anni Settanta. Dopo il successo della prima esposizione, Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo, il nuovo capitolo, Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 - Secondo movimento, approfondisce il percorso creativo dell’ex leader degli Area, che ha segnato la storia della sperimentazione musicale internazionale collaborando con artisti come John Cage. La mostra, curata da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi, è aperta fino al 22 dicembre e, dopo una breve pausa, dal 7 al 31 gennaio 2025. Al centro dell’esposizione ci sono materiali inediti: registrazioni audio e video, fotografie, manifesti, strumenti e cimeli. Una raccolta che racconta non solo la straordinaria ricerca sulla vocalità di Stratos, ma anche la sua apertura verso le musiche extraeuropee e le tecniche vocali innovative, come la diplofonia e il canto armonico.
In una sala dedicata all’ascolto immersivo, il visitatore può esplorare queste sonorità uniche, che Stratos padroneggiava con consapevolezza tecnica e anatomica. “Intorno ai limiti del linguaggio prende corpo questo secondo movimento,” spiegano i curatori, sottolineando l’importanza del controllo del respiro e della ripetizione, elementi fondamentali della sua arte e dei suoi studi ispirati anche ad Antonin Artaud. Tra le opere esposte, spiccano materiali legati alle performance più iconiche di Stratos, come Le Milleuna, realizzato con Nanni Balestrini e Valeria Magli, e Il treno di John Cage del 1978. Non mancano riferimenti alla sua attività teatrale, come le musiche per Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione 1978-79 del Teatro dell’Elfo.
La mostra si snoda attraverso sette ambienti distinti. Una sala è dedicata ai manifesti storici degli Area e della carriera solista di Stratos, un’altra a materiali audiovisivi di lunga durata. Documenti cartacei e fotografici trovano spazio in una sala con monitor d’epoca, mentre tre ambienti esplorano il suono: dall’ascolto immersivo a cuffie personalizzate, fino a un menù interattivo che consente al pubblico di scegliere brani. Non è solo un viaggio nella memoria di Stratos, ma una celebrazione del gesto vocale e corporeo, capace di ridefinire i confini dell’espressione artistica. Il percorso espositivo, arricchito dalla cura di Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è a ingresso gratuito.
Per l’occasione, Sigaretten Edizioni Grafiche pubblicherà un catalogo aggiornato: Noi non crediamo nello stile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979, che documenta i due movimenti della mostra. Un’opportunità unica per avvicinarsi al genio di un artista che ha saputo spingersi “fino ai limiti dell’impossibile”.
di Redazione