martedì 3 dicembre 2024
Elsa Morante nasce a Roma nel 1912. La vita familiare è movimentata. Nel suo libro di memorie, Maledetta benedetta, il fratello (Marcello Morante) ne scrive una descrizione attenta e disincantata.
La Morante inizia presto a scrivere poesie e racconti pubblicati da vari periodici e dal Corriere dei Piccoli. La sua scrittura per l’infanzia è di livello notevole. Scrive Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina (1942; nuova edizione col titolo Le straordinarie avventure di Caterina, 1959). Pubblica un suo lavoro intitolato Qualcuno bussa alla porta, un romanzo breve suddiviso in 29 puntate. Scrive anche per periodici importanti come Oggi diretto da Arrigo Benedetti e Mario Pannunzio. Invia articoli coperti da pseudonimi maschili. Inizia con un libro che raccoglie i suoi racconti, poi ne pubblica un altro per ragazzi con illustrazioni di sua mano.
Conosce lo scrittore Alberto Moravia (che poi sposerà nel 1941) tramite il pittore Giuseppe Capogrossi. Grazie a Moravia conosce molti scrittori italiani ma rimane legata da profonda amicizia a Pier Paolo Pasolini fino al 1971. Ha contatti con Umberto Saba, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Sandro Penna, Enzo Siciliano.
Dopo il 1943 fugge dai nazifascisti assieme ad Alberto e si nasconde a Fondi, vicino Latina. In questo periodo Moravia scrive La Ciociara, e la Morante La Storia. Svolge con successo il lavoro di traduttrice di scrittori americani. Scrive sceneggiature per Franco Zeffirelli e Alberto Lattuada, che però non vengono accettate perché ritenute non commerciali. Nel biennio 1951-1952 conduce una trasmissione in radio di critica cinematografica. Si dimette per la censura della direzione Rai.
Nel 1957 è la prima donna a ricevere il Premio Strega con L’Isola di Arturo, un romanzo che racconta la storia di un ragazzo che vive l’adolescenza a Procida. La natura del luogo regala emozioni intense ed è lo scenario del ragazzo, Arturo, che intraprende un difficile viaggio dentro sé stesso. Un intenso percorso di formazione o di individuazione, come avrebbe detto Jung. La Morante, con vasta introspezione psicologica, riversa nel testo la tempesta dei sentimenti del ragazzo incapace di distinguerli e quindi di governarli. Molto simbolico il ritiro di Arturo in una grotta prima di decidere di arruolarsi volontario nella Seconda guerra mondiale. La grotta diventa quindi un nascondiglio ma soprattutto un luogo di purificazione che prepara alla svolta, all’uscita dal mondo dell’adolescenza un po’ fiabesca e un po’ difficile. Il cambiamento personale è lo specchio e forse la parabola di un Paese che si apre al mondo in una prova di coraggio.
Recita una parte nel film Accattone di Pasolini nel 1961. È aiuto regista nel film Il vangelo secondo Matteo, ma non ufficialmente. Sempre nell’ombra compone la colonna sonora del film Medea.
Interessanti sono i suoi articoli, i saggi e le analisi critiche usciti nel periodo 1950-1970 e raccolti in un volume postumo intitolato Pro o contro la bomba atomica e altri scritti (1970).
Nel 1961 la Morante si separa da Moravia senza arrivare al divorzio. Si tratta di una relazione molto tempestosa dove si confrontano caratteri molto diversi. Lei, orientata alla ricerca del sentimento come misura del mondo, lui razionale e pessimista. Rimane un forte legame sotterraneo fra loro. Nel frattempo, ha una relazione complicata con il regista Luchino Visconti e con il pittore americano Bill Morrow. Continuano i suoi progetti editoriali. Nel 1971 raccoglie molti dei frammenti elaborati per romanzi mai usciti per scrivere il romanzo-fiume La Storia, che nel 1974 viene pubblicato direttamente in edizione economica da Einaudi. Si tratta di un grande successo editoriale sebbene venga attaccata duramente da destra e da sinistra.
La scrittrice è celebrata con un lungo ed accurato lavoro di raccolta critica delle sue opere nella collana i Meridiani di Mondadori in due volumi curati con grande capacità e dedizione da Cesare Garboli e Carlo Cecchi (1988-1990).
Scrive Aracoeli, che sarà il suo ultimo romanzo. Cade e si procura una frattura al femore e in seguito le viene diagnosticata una grave malattia. Le cure sono lunghe ma inutili. Muore a 73 anni nel 1985 a Roma.
di Manlio Lo Presti