mercoledì 30 ottobre 2024
Lavinia Fontana nasce a Bologna il 24 agosto 1552. È stata una pittrice italiana e importante esponente del tardo manierismo. È figlia d’arte come molte artiste del tempo. Riceve un’istruzione privata di alto livello.
Viene considerata un’artista del tardo manierismo. Nella bottega del padre Prospero Fontana artista della corrente manierista.
Impara in fretta. Frequenta i tre fratelli Carracci ed altri artisti del tempo. Alla “tarda” età di 25 anni accetta di sposare il pittore Giovan Paolo Zappi da Imola, con il patto che continuerà a dipingere. Il consorte accetta di buon grado al punto da diventare il suo assistente.
A Bologna viene notata per la sua attenzione ai dettagli delle acconciature e dei vestiti femminili cogliendo abilmente la raffinatezza delle tematiche fiamminghe. I temi delle sue opere sono religiosi ma anche mitologici, fino ai ritratti laici come il ritratto della famiglia Gozzadini di cui ci saranno diverse versioni successive.
Cura temi mitologici con figure femminili come Giuditta e Maria Maddalena. Sempre a Bologna l’artista riceve feconda influenza dall’opera del Tasso che conosce attraverso l’Accademia dei Confusi.
Arriva a Roma nel 1603. Beneficia di alte protezioni ottenute dal marito e gli sono aperti i più importanti salotti della città di Roma. Sotto il pontificato di papa Gregorio XIII accresce la sua fama e viene definita “la pontificia pittrice”. Lavinia viene richiesta dalle dame romane per la sua accuratezza maggiore di tanti uomini dell’epoca. L’ultima opera del suo periodo romano è Minerva nell’atto di vestirsi a richiesta del cardinale Scipione Borghese che ritrae una giovane donna agile, magra e disinvolta che riprende gli abiti borghesi dopo aver lasciato quelli militari. Si tratta di catturare un momento di tranquilla intimità nel più naturale dei modi.
Viene ricordata per essere stata la prima donna a dipingere una pala d’altare e per aver dipinto il primo nudo femminile ad opera di una donna (Minerva nell’atto di vestirsi del 1613). Degno di fama il suo autoritratto mentre suona la spinetta dentro un’ampia sala. Nel 1579, dipinge un altro importante Autoritratto, ora negli Uffizi, con la sua firma aggiungendo il cognome del marito.
Assieme a Fede Galizia e Artemisia Gentileschi è una delle prime pittrici a trattare temi e scene bibliche evidenziando personaggi femminili come Giuditta e Maria Maddalena. La sua produzione è vasta nonostante i pesanti impegni familiari con undici figli di cui ne sopravvivono solamente tre. Rimangono trenta opere, con sua firma e venticinque di incerta attribuzione.
Negli ultimi anni ha difficoltà nel dipingere a causa di una forte artrite.
Verso la fine della sua vita, la pittrice ha una forte crisi mistica e si ritira assieme al marito in un monastero nel 1613. Muore a Roma. Viene seppellita nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva ad agosto dell’anno seguente.
di Manlio Lo Presti