Visioni. Festa di Roma, un doc appassionato omaggia Mastroianni

venerdì 18 ottobre 2024


Ciao Marcello, Mastroianni l’antidivo ha commosso gli spettatori della Festa del cinema di Roma. Il docufilm sull’attore italiano più amato a livello internazionale è una sorta di ritratto autoironico pieno di sfumature inedite. D’altronde, la kermesse capitolina omaggia Mastroianni nell’anniversario dei cento anni dalla nascita, sin dal manifesto-icona della sua 19ª edizione. Saranno numerose le iniziative dedicate all’attore, a cominciare da una retrospettiva di alcuni dei suoi film più importanti, molti dei quali proiettati in versione restaurata, per arrivare a un incontro con la figlia Chiara Mastroianni, attrice e regista, protagonista recentemente della commedia Marcello mio, in cui gioca con l’ossessione e il mito del padre. Ciao Marcello, Mastroianni l’antidivo è firmato da Fabrizio Corallo, giornalista e documentarista, già autore di Sono Gassman! Vittorio re della commedia, documentario sull’altro titano della commedia italiana, premiato ai Nastri d’argento 2019. Il film, scritto con Silvia Scola, è un viaggio nell’arte sottile della leggerezza. Una prerogativa unica di Mastroianni.

Le prime immagini del documentario ritraggono un attore innamorato della musica. Corallo trova sequenze relative a Ciao, Rudy, commedia musicale dedicata a Rodolfo Valentino, scritta da Pietro Garinei e Sandro Giovannini, insieme a Luigi Magni, con le musiche di Armando Trovajoli, rappresentata per la prima volta il 7 gennaio 1966 al Teatro Sistina di Roma. Nel cast, sotto il nome di Mastroianni, figurano quelli di Ilaria Occhini, Giuliana Lojodice, Raffaella Carrà, Paola Pitagora e Paola Borboni. Uno spettacolo imponente osannato dal pubblico. Intanto, tra una dichiarazione di Mastroianni e l’altra irrompono sulla scena, a rappresentare un filo rosso narrativo del documentario, Luca Argentero e Barbara Venturato, impegnati in una serie di siparietti in cui rievocano Mastroianni. Metanarrazione: la donna, una giovane montatrice di un ipotetico documentario sul grande attore, ammette di non conoscerne la filmografia. È un ideale ponte verso le nuove generazioni. Per coltivare il mito gentile della mastroiannità.

Nelle interviste, lui – che per tutto il mondo era l’icona del “latin lover” – cerca di difendersi. Prova a staccarsi di dosso quell’etichetta. “Ma che latin lover, ero pagato per abbracciare le donne. E poi, ho fatto film in cui interpretavo un impotente, un omosessuale e anche un uomo incinto: che dovremmo dire, allora?”. Il docufilm è costruito a partire dalla voce calda, profonda, suadente di Mastroianni. Ma oltre alla lunga confessione dell’attore, la scena dà spazio anche ad altri interpreti. Soprattutto registi. Quei cineasti che hanno reso celebre l’attore: l’alter ego Federico Fellini, il mentore Luchino Visconti, il paterno Vittorio De Sica, l’amico Ettore Scola, il cinico Mario Monicelli, il sarcastico Dino Risi. Le altre testimonianze rappresentate sono femminili. A cominciare, naturalmente, dalla dolce madre Ida Irolle. Che, con una semplicità terragna, spiega che a Marcello piacciono tanto le polpette: “Mi fa tante feste quando gliele preparo”. “Signora, ma lei è contenta che Marcello abbia fatto il cinema?”, chiede un intervistatore Rai alla donna. E lei, serafica replica: “Sì, ma certo che se anche stava all’ufficio anagrafe, stava bene…”.

E poi, ecco una carrellata di miti: la tenera Sophia Loren, la comprensiva Monica Vitti, la candida Stefania Sandrelli, la sensuale Sandra Milo, l’altera Virna Lisi, l’esplosiva Ursula Andress, la schietta agente e confidente Giovanna Cau e la materna sarta Angela Anzimani. La figlie Chiara e Barbara ricordano che “sul set, poteva ripetere mille volte, per darsi coraggio: Stasera mangiamo pasta e fagioli”. Viene narrato anche il Mastroianni privato. Il matrimonio con Flora Carabella e le relazioni tempestose con la conturbante Faye Dunaway e femme fatale Catherine Deneuve. Mastroianni, secondo il corrosivo Monicelli, “piace perché sembra preso dalla strada all’ultimo momento”. Ma, naturalmente, la fascinazione per Fellini è un racconto emblematico. “Incontrai Federico a Fregene. Mi disse: Caro Marcellino, il produttore vuole Paul Newman, ma lui è una grande star, a me serve una faccia qualsiasi. E io subito: Eccomi! La faccia qualsiasi sono io!”.


di Andrea Di Falco