I 90 anni di Gino Paoli

lunedì 23 settembre 2024


Gino Paoli, il cantautore per antonomasia, oggi compie 90 anni. In un’intervista all’Ansa, ammette: “Non ho mai immaginato di poter arrivare a questa età”. Nato il 23 settembre 1934 a Monfalcone (Gorizia), vive con la moglie Paola, circondato dai suoi affetti. Paoli sorride davanti al traguardo dei 90 anni: “Un giorno come tutti gli altri, che festeggerò con i miei cari e con le persone che amo. E poi – sorride – arriveranno i 91, se sarò ancora vivo”. Una meta non da tutti, considerando il dettaglio del proiettile che è incapsulato accanto al suo cuore dal 1963, quando si spara per farla finita ma la pallottola si ferma nel pericardio anche se “non rompe più le scatole facendo suonare il metal detector, deve essersi arrugginita”, ironizza nel libro autobiografico Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni.

“Volevo presentarlo come un libro da non leggere perché dentro ci sono proprio tutti i miei errori. Non ho mai voluto indossare maschere, ma sono quelli che mi hanno fatto crescere e rifarei tutto”, racconta ancora. Autore di canzoni indimenticabili, ne ha scritte oltre duecento: da Sapore di sale a Una lunga storia d’amore, Il cielo in una stanza, La gatta, Quattro amici, Che cosa c’è, Senza fine. Paoli esordisce con l’etichetta discografica di Nanni Ricordi, nel 1959. Il Cantagiro, Sanremo, i gatti, il mare, i grandi amici come Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Fabrizio De André, primi padri come lui della scuola musicale genovese, e poi le donne, Ornella Vanoni, Stefania Sandrelli e l’adorata moglie Paola Penzo. Dal suo eremo, osserva il mondo con i suoi rapidi cambiamenti e conflitti. Gino Paoli è l’anticonformista di sempre: “Si, mi sembra tutto molto cambiato, come se il condizionamento abbia tolto la visione personale. Al giorno d’oggi, si guardano cose che qualcuno ha già guardato, non si affronta più la realtà per come è, in modo personale, ma in qualche modo arriva già masticata e tradotta da qualcun altro, e questo non serve a niente”. Sul fronte della musica lo scenario evidentemente non entusiasma. “Adesso – risponde Paoli – non si producono cose che resteranno, secondo me, non saprei indicare qualcosa in particolare, ma cosa resterà di questa musica di oggi non lo so, non vedo un futuro, non lo so vedere”, osserva.

Ornella Vanoni ha compiuto 90 anni ieri, un giorno prima di lui. Un sodalizio che in qualche modo continua, parallelo, un legame artistico importante come importante è stato, in anni più recenti, quello con Danilo Rea, con cui, pianoforte e voce, l’intesa di Paoli sul palco è sempre stata straordinaria. Mentre Ornella annuncia nuovi progetti, Gino si definisce “pigro amante del suo divano” anche se, racconta, “il rapporto con il pubblico è qualcosa che ti manca e a cui non puoi rinunciare. Paola me lo dice sempre che ne ho bisogno”. Gli auguri di Paoli a Vanoni tramite l’Ansa sono naturalmente nel suo stile: “Ornella è dura come il quarzo, non ha bisogno di auguri, sa cavarsela oltre ogni previsione. Con questa libertà che le dà l’età può dire quello che vuole, è troppo in gamba e nessuno ha il coraggio di contrastarla né penso che qualcuno pensi di poterlo fare. Ciò che le posso dire è Ornella, continua così come sei!”.

RaiPlay festeggia il cantautore genovese con lo speciale televisivo Amare per vivere: speciale Gino Paoli, disponibile da oggi. Paoli è il protagonista dell’evento musicale andato in onda il 16 marzo 1972, registrato negli studi Rai di Milano con la regia di Mario Morini. Gino Paoli dichiara di aver accettato la veste inedita di padrone di casa perché circondato dagli amici di sempre. Nel programma, scritto da Giorgio Calabrese, Paoli si esibisce con intensità in alcuni dei suoi brani più celebri, accompagnato al pianoforte dal maestro Giampiero Boneschi. Tra i pezzi in programma figurano i grandi successi che hanno segnato la sua carriera. Durante lo spettacolo, Paoli rende omaggio anche a due giganti della musica francese, Léo Ferré e Jacques Brel, interpretando magistralmente Avec le temps e Ne me quitte pas. Un tributo che dimostra ancora una volta la sua profonda sensibilità artistica e il legame con la tradizione musicale d’Oltralpe: di questi brani, nel periodo in cui era in contratto con la Rca, il cantautore aveva infatti curato anche le traduzioni.


di Lia Faldini