martedì 17 settembre 2024
A cento anni dalla nascita, Milano celebra Mike Bongiorno. Dagli esordi in radio alle trasmissioni che hanno fatto la storia della televisione, la città rende omaggio al celebre presentatore. Mike Bongiorno, 1924-2024 è una mostra allestita a Palazzo Reale, in programma da oggi fino al 17 novembre. L’esposizione, promossa dal Comune, è curata dal figlio Nicolò Bongiorno e da Alessandro Nicosia, con la consulenza di Daniela Bongiorno, moglie del conduttore. “Per 60 anni – ha detto il figlio Nicolò – è stato nelle case di tutti gli italiani da Nord a Sud ed è ancora molto amato, ancora vivo nel cuore degli italiani. La tivù ha fatto cultura e questo nessuno lo pensava”. In mostra ci sono rarità concesse dalla Fondazione Mike Bongiorno: documenti personali, foto inedite, copioni originali, cimeli artistici e premi. Non mancano le ricostruzioni scenografiche, come uno studio radiofonico americano anni Quaranta, la sala tivù di un bar anni Cinquanta, dove ci si riuniva a vedere i programmi più amati come Lascia o raddoppia?, la cabina rossa e bianca di Rischiatutto e la Ruota della fortuna.
Filo conduttore anche i filmati biografici in cui Mike ripercorre la sua storia e quella d’Italia dagli anni Venti in poi. Ampio spazio ai filmati di repertorio Rai e Mediaset, che hanno partecipato al progetto. E proprio l’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha ricordato Mike con un intervento pubblicato sul catalogo della mostra, definendolo come un “innovatore” ma non solo “un pilastro della tivù italiana”. Mentre per Stefano Coletta, direttore della distribuzione Rai, “Mike Bongiorno è stato la Rai”. La storia del primo conduttore della tivù italiana è anche quella di uomo che ha attraversato la guerra, la prigionia a San Vittore, che è stato staffetta partigiana. Per poi intrattenere milioni di telespettatori prima nella tivù pubblica e poi in quella privata, dopo la chiamata di Silvio Berlusconi che lo fece simbolo dell’allora TeleMilano. Infatti, Berlusconi aveva intuito che Mike, che conosceva bene i meccanismi della tivù americana, era l’unico che sarebbe stato in grado di gestire velocità e interruzioni pubblicitarie.
Così è diventato l’alfiere di una televisione più moderna e innovativa. E questo senza dimenticare le 11 edizioni che ha condotto del Festival di Sanremo. Nei suoi ultimi anni ha ritrovato una nuova giovinezza televisiva in coppia con Rosario Fiorello. Ludovico Peregrini, autore, noto anche come il Signor No del Rischiatutto, ha lavorato con Mike Bongiorno per 40 anni. “La sua – ha ricordato – era una tivù molto elegante e sempre attuale. Mike ha sempre detto che il suo erede era Gerry Scotti ma io penso che qualsiasi presentatore elegante attento e rispettoso del pubblico possa essere suo erede oggi”. Secondo il curatore Alessandro Nicosia “è una mostra completa perché racconta il presentatore, il re dei quiz ma non solo, anche la sua vita e il suo percorso umano, con tanti momenti dolorosi”.
di Lia Faldini