L’Opera senza nome di Calasso

venerdì 30 agosto 2024


La casa editrice Adelphi avrebbe potuto dirci di più sull’origine di questo libro. Non sappiamo se è un manoscritto completo riposto nel cassetto di pragmatica, se è la risultante di una compilazione redazionale post mortem. Misteri che aggiungono interesse al testo. Sappiamo che tutti i libri hanno una storia spesso sconosciuta. Conoscerne i contenuti aiuterebbe la comprensione di molti tomi non ancora capiti. Il suo titolo fa riflettere. Perché “opera” e non “enciclopedia”. L’autore ce lo confessa tra le righe del testo: opera è una struttura aperta, enciclopedia è un lavoro chiuso, un blocco concettuale dalle molte articolazioni, ma è comunque un universo compiuto. La scelta della parola opera non è casuale. Rappresenta il perseguimento incessante della perfezione interiore. È ricerca dell’albedo in alternanza con la nigredo, che attiene alla decomposizione-putrefazione? Dall’entropia alla neghentropia? Opera è anche il suono, la musica, i codici parlanti, l’universo dei segni ma anche il silenzio coltivato dai mistici di tutte le religioni e dai sistemi di pensiero.

L’autore conosce la materia informe dellimpensato, che è presente tra le righe dei suoi libri. L’Opera senza nome ci racconta delle opere scritte, ma alcune della sua vasta produzione. L’ampiezza e la diversità dei temi sono abilmente racchiusi in sole 152 pagine. Roberto Calasso deve essersi seduto in un luogo aperto, forse un caffè. Stava da solo o era in compagnia? Ha cominciato in quel momento ad immaginare una panoramica del suo cammino culturale e spirituale? Si è forse trattato di una folgorazione che ha deciso di non disperdere conservandole in queste righe? Di certo, egli ha ritenuto necessario offrire una chiave universale di lettura con la quale evidenziare il tratto comune presente nelle sue opere. I suoi testi sono analisi attente ed erudite su mondi e culture diversissime fra loro per latitudini ed epoche.

Egli spiega che, una volta in circolazione, i libri “sono manufatti come tanti altri, indifesi e disponibili per l’hypocrite lecteur (pagina 16), lettore che può anche essere un intruso. Sono 11 i testi oggetto dell’analisi di questo libro. Sono capitoli di un disegno vastissimo, una “eterna ghirlanda brillante” alla quale Calasso fa riferimento quando pubblica La rovina di Kasch (1983) che è il primo dei suoi 11 libri di riferimento dell’Opera senza nome: Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), Ka (1996), K (1992), Il rosa Tiepolo (1992), La Folie Baudelaire (2008), Lardore (2010), Il Cacciatore celeste (2016), Linnominabile attuale (2017), Il libro di tutti i libri (2019) e La Tavoletta dei Destini (2020). La sinossi del libro che si può leggere in seconda di copertina delinea il campo di esplorazione che esclude il resto della sua vasta produzione intellettuale. Il rischio della demarcazione è la limitazione della fruizione e delle interpretazioni alternative, sia pure offrendo un’interessante panoramica vista dall’autore medesimo? Si tratta comunque di tentare l’individuazione di una linea di coerenza che lega temi molto diversi fra loro.

Il breve e densissimo libro può considerarsi un testamento, dal momento che esclude dalla narrazione 14 titoli elencati scrupolosamente da Adelphi dopo gli 11 volumi? Abbiamo un libro che parla di libri. Sarebbe stato utile inserire una comunicazione che raccontasse la nascita di questo libro. Se è stato pubblicato un manoscritto compiuto oppure se si tratta di una collazione e della sistemazione di un lavoro incompleto. Si tratta di quesiti importanti che riguardano un testo destinato sia a lettori conoscitori appassionati e fedeli che lo hanno seguito per decenni, sia a nuovi estimatori. Entrambi i gruppi troveranno comunque spunti di riflessione e nuove visuali.

Come in quasi tutti i suoi libri, le pagine possono essere lette in sequenza oppure secondo un proprio itinerario. È di grande aiuto la parte finale che contiene l’elenco delle citazioni dei suoi libri. Come scrive Calasso, i lettori della sua opera sapranno “decidere cosa farne”.

(*) Roberto Calasso, Opera senza nome, Adelphi, 2024, pagine 160, 18 euro


di Manlio Lo Presti