giovedì 29 agosto 2024
In una importante conferenza, tenutasi a Mongrassano il 22 agosto è stata ricordata, nella piazza collocata nel centro storico di questo importante centro della provincia di Cosenza, la figura del pittore Rubens Santoro.
Le relazioni, seguite con attenzione dal folto pubblico che gremiva la piazza, sono state affidate a due giovani e competenti storici dell’arte, Luca Vivona ed Eleonora Onghi.
Rubens Santoro è nato proprio a Mongrassano il 26 ottobre 1854. Infatti, nel municipio del comune di Mongrassano si trova esposta una sua opera pittorica di grande pregio, che raffigura il paesaggio con uno scorcio sul mare, opera realizzata nei primi anni dell’attività del pittore a Napoli, dove studiò e maturò la sua vocazione per la pittura.
In base alla sua biografia, il suo talento per la pittura si affinò e prese forma negli anni in cui frequentò l’Istituto di belle arti a Napoli, sotto la guida del suo maestro Domenico Morelli, un pittore di grande levatura artistica. Superati i quattordici anni, consapevole della sua vocazione per la pittura e del talento che possedeva, come ha ricordato lo studioso Luca Vivona, decise di abbandonare l’Istituto di belle arti e iniziò a comporre i suoi primi e importanti dipinti. In questo periodo dipinse un quadro intitolato Fanciulla che ride, opera composta nel 1874 che venne in seguito acquistata e apprezzata da Domenico Morelli e ripresentata all’esposizione dell’Accademia di Brera di Milano nel 1877.
I due studiosi per spiegare sia lo stile della pittura di Rubens Santoro, nella prima fase della sua produzione artistica, sia la felice combinazione del colore e della luce dei suoi dipinti, hanno posto in evidenza l’influenza che ebbe su di lui l’incontro con il grande pittore spagnolo Mariano Fortuny, avvenuto nel 1874.
A questa prima fase della produzione pittorica di Rubens Santoro appartiene l’opera intitolata Idillio e Terrazza, che venne esposta a Torino in una mostra del 1879.
In questa prima parte della sua lunga e prestigiosa attività artistica, Rubens Santoro, come ha fatto notare la studiosa Eleonora Onghi, prediligeva uno stile figurativo improntato al realismo basato sulla adesione alla realtà colta con una forte e accentuata ispirazione naturalista. In particolare, occorre ricordare il meraviglioso quadro, in cui lo stile figurativo raggiunge forme eccelse di adesione al vero, intitolato La grotta degli zingari, che venne esposto alla Mostra universale di Parigi del 1878.
Come ha notato acutamente Eleonora Onghi, dopo la formazione dell’Unità d’Italia, per promuovere l’immagine nazionale del nostro Paese all’estero, l’Ente per la promozione del turismo nei suoi manifesti riproduceva i dipinti dei maestri della pittura italiana, che nel corso di un lungo periodo storico, dal Medioevo al Cinquecento, seppero raffigurare il paesaggio italiano. I grandi dipinti di Giotto, Ambrogio Lorenzetti, Antonello da Messina, Giorgione, Tiziano, Piero della Francesca contribuirono a nutrire l’immaginario internazionale rispetto alla bellezza del paesaggio del nostro Paese. Allo stesso modo i dipinti di Rubens Santoro, nella prima parte del Novecento e subito dopo la Prima guerra mondiale, ebbero una notevole influenza nel favorire l’immagine dell’Italia unita all’estero. A questo proposito, lo studioso Luca Vivona, analizzando un quadro di Santoro che ritrae delle donne agghindate con eleganza sulla spiaggia di Capri, e mettendolo a confronto con altri quadri di Domenico Morelli, ha spiegato come dal realismo e dal naturalismo dei primi quadri di Santoro si nota una evoluzione verso uno stile basato sulla descrizione di un luogo immaginario, evocato con la bellezza dei colori e l’uso sapiente della luce.
L’invenzione, nella matura produzione artistica di Santoro, di un luogo che confina con la dimensione onirica, in cui risplende ed emerge la bellezza del paesaggio, somiglia all’utopia, il luogo che non esiste nella realtà, scevro da imperfezioni ed in cui regna sovrana l’armonia, l’incanto della natura e la bellezza sublime della creazione.
Con grande capacità interpretativa, per cogliere l’evoluzione dello stile figurativo, nella matura produzione artistica di Rubens Santoro, Luca Vivona ha evocato la categoria del pittoresco. Il pittoresco definisce uno stile che si pone tra il sublime e la descrizione oggettiva della realtà e della natura colti con i sensi e raffigurati dai grandi pittori nelle loro opere.
Nel 1880 si ha una svolta nella vita artistica di Rubens Santoro, grazie alla scoperta che fece il pittore della città di Venezia. Tenendo presente la lezione del Canaletto, il pittore che seppe immortalare nei suoi dipinti i canali e gli scorci di Venezia, Rubens Santoro iniziò a dipingere dei quadri, che secondo l’opinione della studiosa Eleonora Onghi, per come è raffigurata in alcuni di questi dipinti la città di Venezia, evocano ed anticipano la sensibilità dei maestri dell’Impressionismo. Infatti, i dipinti con al centro la raffigurazione delle mura secolari di Venezia e dei suoi canali, nei quadri dell’ultima produzione di Rubens Santoro, colpiscono per la felice e sublime combinazione del colore acceso e della luce intensa e vibrante.
A coronamento di una carriera straordinaria, per la quale la sua produzione artistica ha ottenuto consensi negli ambienti internazionali, Rubens Santoro venne nominato professore ordinario dell’Accademia di belle arti di Napoli nel 1902. Gli studiosi hanno ricordato che le opere di Rubens Santoro incontrarono il favore ed ottennero l’elogio da parte di Adolphe Ggoupil, il famoso mercante parigino, che ebbe un ruolo decisivo nel favorire la diffusione dei suoi dipinti negli ambienti internazionali. Il Re Vittorio Emanuele III lo nominò grande ufficiale della Corona d’Italia.
Una serata letteraria che ha incantato il numeroso pubblico accorso per conoscere meglio la vita e le opere di questo grande artista del nostro Paese.
di Giuseppe Talarico