martedì 6 agosto 2024
Come mi comporto quando incontro un musulmano? Nelle relazioni quotidiane gli occidentali come si pongono nei riguardi di individui di fede islamica? Sono domande fondamentali perché, se è vero che l’Italia non è un Paese coloniale come ad esempio la Francia, tuttavia il numero di immigrati magrebini – o comunque islamici provenienti da paesi asiatici – è in costante aumento. Ho sempre sperato che nelle nostre città non si formassero i quartieri ghetto come nelle città francesi. Sono stato sempre convinto che un atteggiamento di accoglienza unito a rapporti personali improntati a rispetto e cordialità, sia conveniente proprio alla nostra società, vuoi per fattori economici, vuoi per evitare problemi gravi di sicurezza sociale. Un bambino ben integrato e contento è condizione necessaria, anche se non sufficiente, di una società futura più sicura. Purtroppo, mi sembra che anche da noi si sia seguita la via francese, o quasi.
Il bellissimo libro di cui parlo oggi tratta di queste tematiche, precisamente del processo di formazione di un terrorista islamico: un giovane di appena 30 anni di nome Nafa Walid, di bell’aspetto, molto amato dalle donne, con il sogno di fare l’attore nell’Algeria che sta passando dal regime democratico all’avvento del fondamentalismo degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, viene assunto come autista. Lo prende con se una famiglia tanto ricca e potente quanto arrogante, ipocrita e capace di ogni nefandezza, sicura di godere di impunità e di essere al di sopra della legge. Dopo un cosiddetto incidente, in cui una quindicenne muore di overdose durante un incontro con un giovane scapestrato della famiglia, e la conseguente sparizione della ragazza, con il viso ridotto a poltiglia per non essere riconosciuta, Nafa – che ha assistito, costretto, al terribile delitto – fugge da quella situazione e, dopo giorni atroci, in un ambiente sempre più radicalizzato dal punto vista religioso e del costume, comincia a provare un odio profondo.
Inizia così la sua progressiva e terribile discesa verso abissi sempre più profondi di violenza, a partire dal primo omicidio di un magistrato che attua in maniera per lui incredibile e sorprendentemente dolorosa (“a partire dal terzo uomo, tutto rientrerà nella norma” gli dice il suo compagno Sofiane). D’altra parte, la violenza più bieca lo sta accompagnando nella visione di corpi smembrati, assassinii di ogni tipo e per motivazioni che esulano dalla guerra, delazioni, uccisione senza alcuna colpa del vecchio padre malato e altro ancora.
(*) Cosa sognano i lupi? di Yasmina Khadra, Sellerio 2024, 328 pagine, 15 euro
di Antonino Di Natale