lunedì 15 luglio 2024
Chissà quanti tra gli intellettuali organici a questo Governo conoscono la vita e le opere di Sigfrido Bartolini e chissà quanti tra loro andranno a vedere la bella mostra che pochi giorni or sono è stata inaugurata al Museo Ugo Guidi 2 di Massa dal semplice titolo di Sigfrido Bartolini. Grafica e pittura, eccellentemente curata da Simonetta Bartolini e Clara Mallegni. Anche perché per molti, così attenti a una certa cultura “identitaria”, riscoprire o forse scoprire per la prima volta una vera e propria punta di diamante della nostra arte quale fu Sigfrido Bartolini potrebbe far sorgere alcuni dubbi e delle domande. Ad esempio sul perché una simile mostra non sia mai stata oggetto d’interesse istituzionale. Forse perché Bartolini, pittore, scrittore e incisore, non rientra negli interessi “futuristeggianti” di certi consulenti artistici? Forse perché non conoscono l’interesse che ebbero verso di lui persone di vaglia come Vintilă Horia o Giano Accame? O temono lo spettro di Ardengo Soffici che gli stette vicino sino agli ultimi giorni? Per tacere di Julius Evola e Giovanni Volpe, di Giuseppe Sermonti e Giuseppe Berto. Nomi così... da poco. Le sue illustrazioni per il Pinocchio di Carlo Collodi sono state esposte al Moma di New York e oggi ci farebbe piacere vederle al Mart di Trento e Rovereto, dove attualmente è invece in corso un’altra bella mostra di Luigi Serafini, immaginifico e fantasioso, mentre le opere grafiche di Sigfrido sono esposte in luoghi ameni quali il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, il Gabinetto Disegni e Stampe della Biblioteca Vaticana e persino alla Biblioteca nazionale di Parigi e a Vienna, al Museo Albertina.
Una vita per l’arte dell’illustrazione dunque, erroneamente da troppi considerata minore perché “arte applicata” e non “pura” quella di Sigfrido Bartolini, che ebbe sempre il coraggio di essere sé stesso, senza dover o voler compiacere nessuno (e chissà oggi quanti sarebbero a poter dire altrettanto di loro stessi), la sua è sempre stata una scrittura controcorrente, venata di sottile, pungente ironia e sostenuta da una polemica colta e mordace, mai volgare né banale, come si può leggere nel suo La grande impostura. Fasti e misfatti dell’arte moderna e contemporanea, purtroppo poco letto da coloro che dovrebbero formarsi una coscienza critica prima di volerla insegnare ad altri. La mostra sarà visitabile sino al 10 agosto 2024, in un comodo orario serale nei giorni di venerdì, sabato e domenica, in via Alberica 26 a Massa ed è stata realizzata con il patrocinio della Fondazione Bertarelli oltre a quello dello stesso Comune di Massa. Quindi oltre alle opere di Bartolini e di Serafini, cos’altro si può vedere in questa estate calda ma non furiosa e rinfrescata a Oriente da venti di guerra che non fanno presagire nulla di buono? Si potrebbe fare un salto a Milano a vedere le opere di Valerio Adami, esposte al Palazzo reale dal 17 luglio con la sua mostra Valerio Adami, pittore di idee curata da Marco Meneguzzo, che offre al visitatore una scelta di oltre settanta grandi quadri e circa cinquanta disegni, realizzati dal 1957 al 2023 in un suo linguaggio evocativo tra musica, filosofia e letteratura.
Dal 6 luglio al 13 ottobre 2024 il Castello del Buonconsiglio a Trento accoglierà la mostra su Albrecht Dürer e il Rinascimento Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all’Adige a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara e Claudio Salsi, in collaborazione con l’Università di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali. Un’esposizione tra Gotico e Rinascenza tra mondo nordico e mondo mediterraneo che deve essere vista da chi vuol veramente comprendere cosa fu quell’Autunno del Medioevo, chiamato Rinascimento. Tutto questo mentre a Gorizia è stata da qualche tempo allestita una magnifica mostra degli aerodipinti dell’unico futurista che io ami veramente, ovvero Tullio Crali, un genio assoluto. La grande mostra che il Museo di Santa Chiara, dedica all’artista del “secondo futurismo”, è un percorso antologico “di vita e di arte”, formato da più di duecento opere, tra dipinti, sculture, disegni, progetti, scenografie, grafiche pubblicitarie, e altre “fantasie” e “invenzioni” sino al 29 settembre prossimo. Già dal 23 marzo scorso e sino al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta le opere di Maurits Cornelis Escher – già viste nell’Urbe – artista raffinato e visionario, ma amato anche da un pubblico più vasto, la cui opera procede dalla fantasia tipica dei fiamminghi (non diversamente da un altro grande dimenticato quale fu Karel Thole), con grafiche e disegni stranianti, bizzarri, in prospettive aliene e geometrie non euclidee di illusioni metamorfiche che trasformano la nostra realtà quotidiana in una “terra di mutazioni” tra il surreale ed il fantastico.
Concludo con l’annuncio di un’altra mostra imperdibile, quella che riguarda il “dio folle del Paasche Turbo”, Hans Ruedi Giger. Si intitola Beyond Alien: H.R. Giger quella che sarà la prima e unica vasta retrospettiva prevista in Italia dedicata all’artista svizzero uno dei più originali, poliedrici e sconvolgenti pittori e scultori del Secondo Novecento. La mostra è organizzata da Navigare srl, in coproduzione con Glocal Project e Onoarte è curata da Marco Witzig con il sostegno del Comune di Torino e del Museo nazionale del cinema e si terrà dal 5 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 al Museo Mastio della Cittadella di Torino. Un’occasione per comprendere la visione del “male” attraverso la biomeccanica che fluisce nel transumanesimo più morboso, fatto di innesti di carne e metallo, ideata dal geniale artista svizzero con l’uso dell’aerografo amano libera in creazioni visionarie e deliranti che si aprono su mondi alieni e primevi dove all’uomo non sarebbe concesso andare senza perdere il proprio intelletto. Dopo questa rapida e inesausta carrellata di suggerimenti non richiesti, potrete anche andare al mare, sulla spiaggia o in montagna, o dove volete voi per le vacanze estive, visto che l’autunno sarà piuttosto caldo, forse rovente, meglio approfittarne adesso.
di Dalmazio Frau