Treccani: “Mastroianni è il divo più amato”

martedì 2 luglio 2024


“È stato il divo più amato del cinema italiano del Dopoguerra”. Lo sostiene l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. Marcello Mastroianni, uno degli attori più iconici della storia del cinema, ha affascinato generazioni di spettatori in tutto il mondo. Per la Treccani, l’alter ego di Federico Fellini, eclettico interprete di circa 150 film firmati da registi di grande rilievo, è stato capace di trovare sul set brillanti soluzioni inventive grazie alla sua capacità di concentrazione. L’interprete, nato a Fontana Liri (Frosinone) cento anni fa, il 28 settembre 1924, e morto a Parigi il 19 dicembre 1996, come ricorda la voce curata dal celebre critico e sceneggiatore Tullio Kezich, per l’Enciclopedia del Cinema Treccani, si forma alla scuola di teatro di Luchino Visconti e diventa l’attore felliniano per antonomasia. La crescita sul palcoscenico teatrale coincide con la sua affermazione nel cinema, iniziata nel 1948 impersonando un rivoluzionario nel film I miserabili di Riccardo Freda e proseguita fra umorismo e mélo, allargando poi la gamma espressiva alle caratterizzazioni e trovando sempre sul set brillanti soluzioni inventive grazie alla sua capacità di concentrazione. Tra i titoli della prima fase, quasi sempre in qualità di giovane ingenuo e sventato: Una domenica d’agosto (1950) di Luciano Emmer, Vita da cani (1950) di Mario Monicelli e Steno, Parigi è sempre Parigi (1951) e Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), entrambi ancora di Emmer.

Di maggiore impegno le partecipazioni a Febbre di vivere (1953) di Claudio Gora, Cronache di poveri amanti (1954) di Carlo Lizzani, Giorni d’amore (1954) di Giuseppe De Santis. La vera svolta e la popolarità giunsero con Peccato che sia una canaglia (1954) di Alessandro Blasetti, il primo degli undici film che abbinarono Mastroianni nell’arco di quarant’anni, in una sorta di coppia fissa, a Sophia Loren. Tra i vari registi con cui lavora figura, senz’altro, Ettore Scola, il regista che l’attore frequenta più assiduamente, con otto film tra i quali: Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca); La terrazza (1980); Il mondo nuovo, noto anche come La nuit de Varennes (1982), dove impersona un invecchiato Casanova; Splendor e Che ora è? (1989), al fianco di Massimo Troisi. Anche se il sodalizio con Scola raggiunge il suo acme con Una giornata particolare (1977), toccante incontro fra una casalinga e un omosessuale ambientato nel giorno della visita di Hitler a Roma, nel 1938.

Il momento magico della carriera coincide con l’enorme successo de La dolce vita (1960), in cui Fellini lo impone nella parte del giornalista intorno al quale ruotano gli episodi. Tre anni dopo, Mastroianni è protagonista di un nuovo capolavoro fellinano: 8 ½ (1963). Per queste ragioni, diventa una sorta di “doppio” del regista, al quale rimane fedele in tre film successivi: La città delle donne (1980), Ginger e Fred (1986) e (nella parte di sé stesso) Intervista (1987). Negli anni Settanta, Mastroianni intensifica l’attività nel cinema francese, prendendo casa a Parigi e diventando il compagno di Catherine Deneuve dalla quale nel 1972 ha una figlia, Chiara, divenuta anch’essa interprete. Sempre aperto alle proposte stimolanti, l’attore è protagonista di numerosi film diretti da Vittorio De Sica, Elio Petri, Mario Monicelli e Marco Ferreri. Recita anche in Allonsanfàn (1974) di Paolo e Vittorio Taviani; La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini; Divina creatura (1975) di Giuseppe Patroni Griffi; Così come sei (1978) di Alberto Lattuada; Le général de l’armée morte (L’armata ritorna, 1984) di Luciano Tovoli; Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio, da del dramma teatrale di Luigi Pirandello; Stanno tutti bene (1990) di Giuseppe Tornatore; Verso sera (1990) di Francesca Archibugi; Sostiene Pereira (1995) di Roberto Faenza.

Di tanto in tanto Mastroianni torna a quella che definisce la “dieta teatrale”, conclusasi in una crepuscolare commedia italiana, Le ultime lune di  Furio Bordon diretta da Giulio Bosetti. Mastroianni gira con questo spettacolo per due stagioni (1995-96) toccando varie città italiane, accolto ovunque da un travolgente consenso di pubblico. Fa eroicamente l’ultima recita a Napoli, in condizioni fisiche che lo costringono a recitare seduto. Tre volte candidato all’Oscar e due volte premiato come Miglior attore al Festival di Cannes, nel 1970 per Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Scola e nel 1987 per Oci ciornie di Nikita S. Michalkov, ottiene a Venezia per due volte la Coppa Volpi: nel 1989 per Che ora è? di Scola (ex aequo con Troisi) e nel 1993 per Un, deux, trois, soleil (Un, due, tre, stella!) diretto da Bertrand Blier, come miglior attore non protagonista. È stato anche insignito due volte (nel 1983 e nel 1997, in memoriam) con uno speciale David di Donatello alla carriera.


di Eugenio De Bartolis