“La saga di Casa Savoia”: storia e retroscena di una dinastia

venerdì 7 giugno 2024


Una miniera di notizie, sul filo di una riflessione storica obiettiva (anche se non sempre del tutto condivisibile). La saga di Casa Savoia è un ampio e documentato saggio che Antonio Parisi – già direttore dell’emittente tivù nazionale Rete Mia e del quotidiano Il Meridiano, autore di vari libri d’inchiesta – ha dedicato a Storie e retroscena di politica, guerre, intrighi e passioni dei Savoia. La dinastia che, al di là di tutte le possibili e legittime critiche, ha avuto il merito indiscutibile di aver unificato l’Italia svolgendo, per il nostro Paese, un ruolo analogo a quello dei Merovingi in Francia, dei Plantageneti in Inghilterra e degli Hohenzollern in Germania (che, però, assurse a Stato unitario solo 10 anni dopo l’Italia).

Sfilano, nella ricostruzione di Parisi, le figure più significative di Casa Savoia, dal Medioevo sino al Settecento e Ottocento, colte anche nei loro aspetti umani. Inizia, poi, l’epopea risorgimentale. Qui l’autore focalizza – soffermandosi su particolari inediti – le figure di Carlo Felice, Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II, e i complessi giochi di potere che vedono, come loro comprimari, Camillo Benso conte di Cavour, Giuseppe Mazzini (che solo nel 1868, pochi anni prima di morire, sarà amnistiato dalla condanna a morte comminatagli dal Regno di Sardegna, in quanto strenuo avversario della monarchia), Giuseppe Garibaldi.

Sulla questione della vera natura della “Conquista del Sud” (giusto, logico passo avanti sulla via della piena unificazione nazionale o imperialistica espansione della casa Savoia, in combutta con grandi potentati esteri, specie britannici, perpetuante la storica subalternità meridionale), Parisi si mantiene il più possibile obiettivo. A oltre 160 anni dall’Unità d’Italia è indispensabile proseguire la lettura critica di quanti più documenti e carteggi di quei decenni, evitando di scivolare ancora nell’agiografia, tanto risorgimentale-sabauda quanto neoborbonica.

Ed eccoci al Secolo breve e alla sua cupa notte di guerre e genocidi. “In medias res” della Seconda guerra mondiale, l’autore analizza, tra l’altro, i complessi e incredibili retroscena della nostra entrata nel conflitto bellico, avvenuta del giugno del 1940. Secondo la vulgata ufficiale, decisa da un Benito Mussolini schierato senza riserve al fianco di Adolf Hitler e da un Vittorio Emanuele III smanioso di potere e di conquiste territoriali. Ma che fine hanno fatto – si chiede Parisi – anzitutto le lettere che sarebbero state inviate nel 1940, prima del 10 giugno, dal presidente francese Albert Lebrun, tramite il Vaticano, a Vittorio Emanuele III, per sollecitare un nostro intervento in guerra assieme alla Germania, onde moderarne le pretese in caso di vittoria (lettere la cui esistenza fu confidata dallo stesso Umberto II, nel 1979, in un’intervista di Nicola Caracciolo)? Inoltre, quali segreti conteneva il memoriale (non un semplice diario) che – secondo autorevoli testimonianze di membri di Casa Savoia, politici e giornalisti – Vittorio Emanuele III avrebbe scritto tra il Regno del Sud e l’esilio ad Alessandria d’Egitto, soffermandosi su temi come la marcia su Roma, guerra mondiale, 25 luglio, 8 settembre e tutte le altre vicende sino al 2 giugno 1946; ma anche su personaggi come Giovanni Giolitti, Benito Mussolini, Dino Grandi, Pietro Badoglio, Alcide De Gasperi e Carlo Sforza?

L’ultima parte del saggio è dedicata a questioni ancora oggi poco chiare, obiettivamente non in linea con gli ideali democratici della Repubblica poi ufficialmente confermati dalla Costituzione. Il referendum istituzionale fu il 2 giugno 1946. Perché il ministro dell’Interno, il socialista Giuseppe Romita, tenne segreti i risultati di 34.112 sezioni sino almeno alla notte del 4 giugno? E perché De Gasperi, con lettera al ministro della Real Casa, Falcone Lucifero, del 4 giugno, affermava di ritenere la monarchia probabile vincitrice? Come, e perché, il Consiglio dei ministri, senza attendere la decisione definitiva della Corte di cassazione, la notte tra il 12 e il 13 giugno esautorò Umberto II (che partì per il Portogallo il giorno dopo), trasferendo i poteri ad Alcide De Gasperi come capo provvisorio dello Stato (mentre, negli stessi giorni, a Napoli, giovani monarchici restavano uccisi dal fuoco della polizia, durante le proteste davanti alla sede del Partito comunista italiano, in via Medina)?

Chiude il libro un capitolo sui movimenti monarchici dopo il 2 giugno del 1946, con speciale attenzione alle vicende dell’Umi, Unione monarchica italiana, e del Fronte monarchico giovanile, e a suoi dirigenti come Sergio Boschiero, lo stesso Antonio Parisi e l’altro giovane Antonio Tajani.

(*) La saga di Casa Savoia. Storie e retroscena di politica, guerre, intrighi e passioni di Antonio Parisi, Reggio Emilia, Diarkos, 2024, 384 pagine, 18 euro


di Fabrizio Federici