“Eileen”, un thriller psicologico di stampo hitchcockiano

mercoledì 29 maggio 2024


Un’opera che esplora la prigione esistenziale di una donna. Dopo l’anteprima al Sundance Film Festival e alla Festa di Roma, domani arriva in sala, grazie a Lucky Red, Eileen di William Oldroyd. Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2015 di Ottessa Moshfegh, co-autrice della sceneggiatura insieme al marito Luke Goebel. Il lungometraggio racconta la storia di “una ragazza incredibilmente sola, che non ha mai avuto la possibilità di avere dei legami normali, né un amore sano. E questo ha fatto di lei quello che è e le fa poi fare quello che fa”. Così Thomasin McKenzie introduce la sua Eileen Dunlop. L’attrice neozelandese, dopo Ultima notte a Soho, torna a interpretare una ragazza degli anni Sessanta, stavolta affiancata dall’attrice premio Oscar Anne Hathaway, in un thriller psicologico interamente incentrato sulle loro due performance. Dopo Lady Macbeth, William Oldroyd torna a dirigere un film a forte matrice femminile. Eileen è infatti un thriller psicologico di stampo hitchcockiano che vede protagonista una ragazza che, nella Boston del 1960, conduce una vita grigia e priva di stimoli, alle prese con padre alcolizzato e con il lavoro in un riformatorio minorile.

Repressa emotivamente e sessualmente, Eileen viene stravolta dall’arrivo della nuova psicologa del carcere, Rebecca (Anne Hathaway), che con la sua brillantezza ed eleganza sembra offrirle un modello femminile vincente. Una storia che sembra a un certo punto convergere verso un loro rapporto sentimentale ed erotico, ma che poi vira verso il noir, con un incalzante finale ricco di colpi di scena. “Mi piacciono le storie in cui il pubblico si chiede: fino a dove mi spingerei nel sostenere questo personaggio – dichiara il regista – fino a che punto starei con lei o con lui? Costringerlo a chiedersi cosa farebbe in una situazione del genere. In Lady Macbeth questa cosa era molto chiara, in Eileen devo ammettere di essere stata con la protagonista fino alla fine. Perché nella situazione estrema in cui si trova, deve combattere per uscirne e quello che fa mi sembra l’unica via d’uscita”.


di Redazione