giovedì 23 maggio 2024
Valeria Golino ha presentato a Cannes, L’arte della gioia. La serie tivù ispirata al romanzo capolavoro di Goliarda Sapienza (nel centenario della nascita) è prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per Ht Film. L’adattamento tratto dall’opera postuma della scrittrice siciliana scomparsa nel 1991 sarà lanciato da Vision Distribution in tutte le sale cinematografiche italiane in due parti: la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno. Il testo della scrittrice (edito da Einaudi) è stato a lungo rifiutato dalle case editrici italiane fino a raggiungere il successo all’estero. Il racconto, ambientato nella Sicilia di inizio Novecento, narra la storia di Modesta, una giovane affamata, ribelle, scostumata, impenitente, disubbidente, arrivista, libera. Sin da bambina, lotta contro le imposizioni sociali e il desiderio di una vita diversa da quella a cui è destinata. La sua ribellione la porterà a confrontarsi con le convenzioni dell’epoca, a scoprire la propria sessualità e a inseguire il sogno di libertà.
L’arte della gioia, che segna il ritorno di Valeria Golino dietro la macchina da presa dopo i successi legati ai film Miele ed Euforia, entrambi presentati al Festival di Cannes, è una serie tivù dirompente e magnetica, che si è guadagnata l’anteprima mondiale sulla Croisette. Valeria Golino è celebrata con una lezione di cinema che quest’anno condivide con Meryl Streep e George Lucas. La regista firma la sceneggiatura insieme a Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo. Nel cast figurano Tecla Insolia, nei panni della giovanissima Modesta, protagonista spregiudicata, sensuale e coraggiosa; Jasmine Trinca, in quelli di Leonora, madre superiora del convento in cui Modesta verrà accolta ancora bambina; Guido Caprino interpreta Carmine, l’uomo che gestisce le terre della villa dei Brandiforti; Alma Noce, nei panni di Beatrice, la più giovane della famiglia Brandiforti; la principessa Gaia è interpretata da Valeria Bruni Tedeschi; Giovanni Bagnasco nella serie è Ippolito, figlio di Gaia e unico vero erede dei Brandiforti; Giuseppe Spata veste i panni di Rocco, autista dei Brandiforti.
“Ho conosciuto Goliarda a 18 anni”, ha ricordato Valeria Golino. “È stata la mia insegnate di dizione sul set in Storia d’amore di Francesco Maselli”. Per la sua interpretazione, nel 1986 la cineasta vince la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia. “Ero troppo giovane – ha detto – e ora rimpiango di non averla frequentata. Il suo libro mi ha rapita, prima da lettrice e poi da autrice. Così quando Viola Prestieri è riuscita a prenderne i diritti mi sono gettata con passione in questo progetto: è stata una scelta sentimentale. Il mondo di Goliarda ti turba, è scabroso, ha un eros morboso. Modesta e tutti gli altri personaggi femminili sono interessanti, complicati, giocano con gli archetipi, rompendoli in continuazione. Modesta è un unicum nella letteratura italiana. Molto raro anche nell’audiovisivo. Va oltre la modernità, è molto avanti a noi anche adesso questa donna così poco edificante”. C’è un femminile diverso da raccontare, “un femminile pieno di difetti che di solito sono nei personaggi maschili, nei grandi antieroi. Modesta, una volta tanto, è una donna senza sensi di colpa”. Valeria Golino si è raccontata come un essere “carnale nella direzione degli attori. Li coinvolgo, li abbraccio, li strattono, in buona fede ma in un modo che forse non si potrebbe fare, per questo mi autodenuncio”. La serie tivù rappresenta anche un affresco storico della Sicilia del Novecento. “Il mondo delle caste che sta cambiando, un’atmosfera nuova in contrasto con la nobiltà ancorata all’antico, echi di Gattopardo nel mio Dna”, ha chiosato l’attrice-regista.
di Eugenio De Bartolis