martedì 21 maggio 2024
Tra i più importanti artisti del XX secolo, è stato pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer ma soprattutto uno degli esponenti di punta del Surrealismo
Una grande capacità immaginativa e un’eccezionale abilità pittorica hanno fatto di Salvador Dalì, nato l’11 maggio 1904 nel piccolo villaggio agricolo di Figueras, in Spagna, dove poi si è spento per un attacco cardiaco il 23 gennaio 1989, un originale interprete del movimento surrealista. La sua pittura, capace di catturare strane immagini, opponendosi alle regole della comune logica, vede nei sogni e nelle libere associazioni il mezzo per scoprire nuove realtà, divenendo un valido strumento di esplorazione, capace di penetrare nuovi mondi. Attraverso le opere segue un percorso illusorio e fantastico in un gioco di voluta ambiguità tra percezione e realtà delle cose. Pertanto, ogni scena dipinta, apparentemente insolita, nasce dal contrasto tra le tematiche dei soggetti e il realismo meticoloso della realizzazione in cui fonde genialità e sregolatezza, erotismo e psicanalisi, provocazioni e misticismo, effetti ottici e un complesso oscuro simbolismo. Si instaura così una ricerca critica, concentrata sull’inconscio per sbloccare il potere immaginativo e mettere in evidenza verità nascoste dietro il velo delle apparenze.
Nel famoso dipinto La persistenza della memoria, gli orologi insoliti rimandano a una profonda riflessione sul tempo, un tempo misurabile che scandisce il nostro vissuto mettendo in crisi l’oggettività di ogni minuto trascorso e rendendo la sua percezione breve o infinita. Un tempo che non è uguale per tutti, che fa riferimento alla soggettività degli individui nella percezione dei ricordi. L’orologio molle non indica più lo scorrere delle ore, ma rappresenta l’aspetto piscologico dell’evoluzione individuale, diventa metafora stimolando il ricorso al sogno. Guardare un oggetto e vederne un altro è il metodo critico-paranoico che l’artista adotta per realizzare molte sue opere, dove ogni raffigurazione si carica di molteplici significati raccontando nuove storie. Il tutto si fonde e si compenetra in una continuità narrativa e contenutistica, come nell’opera La metamorfosi di Narciso, che accompagna il processo di trasformazione. L’immagine si presenta divisa a metà, da una parte il corpo di Narciso, accucciato come in un grembo materno, dall’altra diventa una mano, con la stessa sagoma, che stringe un uovo crepato e dalla crepa nasce l’omonimo fiore.
Il tutto assume un valore profondo perché ci parla del nostro inconscio, di ciò che vogliamo e cosa temiamo e infine si presenta come un’ambigua relazione tra illusione e realtà che, nell’atto della metamorfosi, fa riflettere sulla caducità dell’esistenza e della vita. Cosa fondamentale della poetica di Salvador Dalì è il concetto di libertà individuale, che lo accompagna in ogni momento di mutato stile. Cioè il pensiero libero, senza freni di alcun genere. Afferma che la forza del pensiero è la sua libertà. La lezione dell’artista è valida e universale oggi come allora: l’importante è mantenere aperto, sempre e comunque, il dibattito dell’arte proteso verso nuove tendenze, all’insegna della libertà e del rinnovamento culturale, al di là di ogni costrizione. Perché mantenere viva la capacità immaginativa è condizione necessaria, insieme all’intelligenza, per favorire il processo di crescita e di sviluppo in tutti i campi. Per istaurare un dialogo mediante l’acquisizione di un linguaggio visivo capace di comprendere i vari messaggi ed essere soprattutto in grado di produrli.
di Angela Fidone