martedì 16 aprile 2024
Nasce a Rotterdam il 26 giugno 1902. La madre viene sbattuta per strada dalla famiglia dopo aver scoperto che lei era incinta. Viene adottata da una famiglia olandese assumendo il nome e cognome diventerà Wilhelmina Wolthuis. Emigra in America nel 1908. Vive poco amata in un ambiente freddo e ostile. Un disagio che si manifestava con l’ossessivo rosicchiamento delle unghie fino al sangue. Un medico suggerisce alla famiglia di farle suonare il pianoforte come diversivo. Acquisisce la capacità di suonare il pianoforte alla Technical High School di Oakland. Continuando a fare pratica, inizia a dirigere qualche piccola orchestra.
Lascia la famiglia quando viene a conoscenza di essere stata adottata. Riprende il suo cognome di origine. Si iscrive all’università fra mille difficoltà. Per vivere suona la sera in localini di poca importanza. È una pianista esperta. La sua prima occasione giunge nel 1919 quando all’Università di Berkeley, dove si laurea nel 1923, diventa assistente di Paul Steindorf direttore del San Francisco Opera.
Nel 1926 ritorna in Europa e precisamente in Germania. Nel 1926 si trasferisce ad Amburgo dove inizia il lungo cammino europeo. Antonia Brico diventa allieva di Karl Much, direttore della Boston Symphony e dell’Hamburg Philarmonic che la sostiene e la incoraggia diventando la sua unica allieva. Consegue nel 1929 a Berlino un master class in direzione d’orchestra.
Nel 1930 debutta come direttrice della prestigiosa Berliner Philharmoniker, accolta sia pure in tono minore rispetto alle sue capacità tecniche e nonostante le grandi lodi del prestigioso quotidiano Allgemeine Zeitung. Si scontra con la feroce ostilità del baritono che non voleva farsi dirigere da una donna. “Io non mi faccio più dirigere da una donna!” dichiara il baritono solista John Charles Thomas al Metropolitan Opera House di New York nei riguardi di Antonia Brico. La rappresentazione salta. Vengono rimborsati i biglietti. È il 1930 e questo episodio le tronca la carriera nonostante i suoi successi alla Philarmoniker di Berlino e l’apprezzamento pubblico e la stima di celebrità nel mondo della musica e della società civile (Bruno Walter, Arthur Rubinstein e la first lady Eleanor Roosevelt).
Dirige in molte città, fra le quali Detroit e Washington. Viene nominata direttrice della Women’s Symphony Orchestra, appena formata nel 1934. Nel 1939 il nome cambia in Brico Symphony Orchestra e ammette anche orchestrali maschili. Ancora nel 1939 è la prima donna a dirigere la New York Philarmonic. Nello stesso periodo, sempre da lei, viene creata un’orchestra femminile in Giappone. Musicisti di fama mondiale come Bruno Walter, Arthur Rubinstein e Jean Sibelius le tributano apprezzamenti e onori. Nel 1948 riceve la nomina di direttrice della Denver Community Symphony (divenuta poi Denver Philarmonic).
Dal 1958 al 1963 è alla guida della Boulder Philharmonic Orchestra. Si dedica anche all’insegnamento del pianoforte e alla direzione d’orchestra a importanti musicisti. È invitata come direttrice in orchestre di tutto il mondo, tra cui anche la Japan Women’s Symphony. Gran parte delle sue carte personali sono conservate presso la History Colorado, già Colorado Historical Society. Nel 1986 è inserita nella Colorado Women’s Hall of Fame nel 1986. Diventa fonte di ispirazione di due film a lei dedicati, rispettivamente nel 1974 e nel 2018. A lei è stato dedicato anche un libro biografico: scritto da Maria Peters, sceneggiatrice e regista tedesca, e s’intitola La direttrice d’orchestra (Longanesi, 272 pagine, 18,60 euro). Tra i pochi allievi possiamo ricordare i più noti Judy Collins e Donald Loach, James Erb e Karlos Moser.
Antonia Louise Brico muore a Denver nel 1989 presso la casa di cura Bella Vita Towers dopo una lunga malattia.
di Manlio Lo Presti