lunedì 8 aprile 2024
Poiché alla fine vale quanto vale, o dovrebbe, necessario metterlo in vetrina sociale, e ridare civiltà alle società, giacché al di sopra di ogni discussione esiste un fatto concretissimo: il decadimento qualitativo.
I maestosi strumenti diffusivi a milioni di riceventi trasformano la quantità in qualità, ciò che viene diffuso prevarica quanto pur valendo non è diffuso. Occorre montare il mezzo diffusivo, utilizzarlo ma per la qualità. Se riusciamo in questo scopo salviamo la civiltà. Cosa significa? Meno svago e accrescimento di cultura. Per dire. Abbiamo gran parte degli operisti italiani quasi ignoti a noi italiani. Dubito che moltissimi sappiano di Luigi Cherubini, eppure fu autore di un capo d’opera oltretutto originale: Medea; lo stesso vale per Gaspare Spontini, La Vestale è pari alle scritture celebrate e conosciute; in quanto agli strumentali, Luigi Boccherini ha composizioni pregiate; non dico della Scuola napoletana operistica, come Cimarosa o Paisiello. Ma cito minuscolarmente. Voglio far intendere questo: occorre inclinare il pubblico a quanto di elevato esiste, quasi un rinnovato culto degli eroi. Occorre evitare la catastrofe, che ciò che ha pregio, impegna, è noioso, pesante, non godibile. Totalmente falso. Oltre al non dover chiedere all’arte di farci passare soltanto momenti di svago, l’arte più avanza in qualità più è salutare, proprio, aumenta la passione di vivere.
In ogni caso, è perversione derelitta suscitare convinzione che l’arte superiore annoi, stanchi, sia pesante, o fandonie di tale stampo. Certo, una società che con milioni di persone avvertite, immedesimate, percepisce un Requiem tedesco di Brahms è impensabile, ma la goccia scava, accresciamo, non è accettabile questa diluviante presenza di inconsistenza.
Mi è capitato di avere per settimane a disposizione soltanto una radio: ogni trasmissione era inascoltabile rumore in strumenti e verbosità. Capisco che non possiamo far rinascere le città greche che giudicavano nei teatri Eschilo, Sofocle, Euripide o Aristofane; erano piccole città, eppure bisogna reagire. Cittadini, quanto migliore è l’arte tanta accresciuta la gioia vitale. Di pesante c’è solo la mediocrità.
di Antonio Saccà